Montecatini Terme, 12 febbraio 2023 – Ama la scrittura, il cinema italiano degli anni Settanta e Piero Chiara. Riccardo Landini crede che la cultura debba essere condivisa in modo leggero e le presentazioni dei suoi libri si vestono immancabilmente di garbata ironia, nonostante sia autore di testi permeati di suspense fino all'ultima pagina. Ha esercitato la professione di avvocato, che ha abbandonato quando la carriera di scrittore ha decollato richiedendo tutto il suo tempo. Nel 2013 ha vinto il premio Giallo Stresa. Landini si racconta in collegamento dall'Appennino Tosco – Emiliano.
"Di me si può affermare – dice – che sono emiliano-romagnolo, perché sono nato a Reggio Emilia, ma la famiglia di mia madre era di Rimini e sono molto attaccato a entrambe le mie radici”. Landini è legato anche a Montecatini Terme: “Mio padre veniva a Montecatini per fare le cure termali – racconta - e mi portava con sé quando ero ragazzino. A Montecatini Terme ho visto il mio primo film di Dario Argento, uno dei miei registi preferiti. Vengo spesso a Montecatini Terme in una nota libreria del centro a presentare i libri e fare firmacopie”.
L'esordio letterario è datato 2009, con il libro: "E verrà la morte seconda”, una svolta nel percorso letterario di Landini: “Amo il cinema, una vera e propria passione, tanto che insegno anche Storia del cinema– ricorda lo scrittore –. Quel primo libro sarebbe dovuto essere una sceneggiatura per un film che, poi, non è stato mai realizzato. Io, però, mi ero affezionato a quello scritto e ho deciso di trasformarlo in romanzo”.
Tra scrittura e cinema c'è un rapporto fondamentale: "Un legame essenziale – sottolinea – Quando scrivo i miei romanzi è come se dirigessi un film. E' grande la soddisfazione che ricavo dai miei lettori, quando mi dicono: 'Leggendo, mi sembrava di essere dentro la storia, come se fossi in un film'. L'immagine visiva non deve essere trascurata nel mettere su carta le parole, lo scrittore si deve immaginare nella scena che descrive, deve 'vederla' e farla vedere al lettore”.
E a questo proposito, spunta un'altra passione di Landini, quella per Piero Chiara: "Uno degli autori – sottolinea – più saccheggiati, in senso buono, dal cinema negli anni 70 e 80”. Un suo personaggio di grande successo e che potrebbe trasmigrare anche nel mondo delle immagini è Astore Rossi: “Un uomo che, nel passato, ha accettato di addossarsi una colpa che non aveva – ricorda Landini - prendendo una condanna penale da innocente, al posto dei veri colpevoli. Un evento che condiziona la sua esistenza, ma che saprà superare, riscattandosi con la professione di restauratore. Astore riprende a vivere, ma incappa in storie intricate, di cui deve venire a capo. Riuscirà a farlo, ma, soprattutto, riscoprirà la bellezza della vita”.