Monsummano, 20 settembre 2019 - «Chi ha dato, ha dato, ha dato, chi ha avuto, ha avuto, ha avuto» e il Pd a Monsummano resta unito, parola di partito. Il terremoto Renzi e la sua scissione pare non aver toccato minimamente o quasi lo spirito del partito a Monsummano, unica delle città oltre i 15mila abitanti della provincia ad essere rimaste in mano al centro sinistra malgrado i turno del ballottaggio di giugno. Ironia della sorte, proprio a Monsummano a vincere le primarie è stata la candidata a sindaco sostenuta proprio dall'area renziana, contro la cosiddetta «vecchia guardia».
Proprio questa tuttavia pare essere la più indignata dalla scissione renziana, e sui social hanno spopolato le colorite quanto inattese espressioni del candidato d'opposta formazione uscito sconfitto proprio dalle primarie di partito lo scorso febbraio. Ieri sera intanto, in vista dell'assemblea provinciale di stasera a Santomato, è stata convocata una direzione straordinaria a Monsummano per discutere delle possibili ripercussioni sul territorio ma, da quanto emerge, i risultati sembrano già scontati.
«A Monsummano non ci saranno stravolgimenti – fa sapere la capogruppo in consiglio comunale Antonella Cipollini – era doveroso convocare una direzione straordinaria, anche per capire, più che altro, cosa potrà accadere fuori da qui. Sono addolorata per la scissione, ma io voglio bene al mio partito».
Amareggiato anche il sindaco Simona De Caro, non solo per la scelta dei tempi d'azione di Renzi e per la scissione ma soprattutto per le esternazioni «social» di militanti che già dopo la vittoria dell'attuale prima cittadina avevano raffreddato l'entusiasmo politico a livello locale e che adesso si lanciano in sfoghi su facebook dai toni e parole al limite dello stile salviniano.
«All'ex collega risponderò al momento opportuno – fa sapere De Caro – perchè trovo di cattivo gusto che un politico formato come lui si esprima in modo al limite del becero accusando di aver avuto in casa gente che gli ha svuotato il frigo. La disaffezione alla politica era già in essere prima di Renzi. E sono 30 anni che il partito non è più quella grande casa che stiamo provando a ricostruire insieme. Non va mai preso con leggerezza chi si allontana, ma ci sono tanti che hanno creduto in un progetto con Renzi e vanno rispettati. Per quanto mi riguarda non ci saranno ripercussioni sul Monsummano dalla scissione, tuttavia da sindaco – conclude non cambierà nulla da parte mia verso chi dovesse andarsene».
Serena la neosegretaria Barbara Dalla Salda «sono stata eletta in modo unitario e il partito continuerà ad essere unito. Non ci saranno sbavature a livello locale dove è in atto una ricucitura sul territorio».
Arianna Fisicaro