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Tautvydas Kupstas all’esorio in maglia Herons ha messo a segno 16 punti
Esercizi di palleggio e tiro, tanto tiro, in tutti i modi: da fuori, dopo un palleggio e poi in corsa cercando sempre il tabellone. Dopo due ore di allenamento, Tautvydas Kupstas chiude con una mezz’ora in solitario la seduta del mercoledì. Le origini lituane non mentono. L’ossessione per quella palla a spicchi traspare nell’atteggiamento e nella serietà con cui si è presentato nell’universo Herons, dove non è stato accolto come un salvatore della patria, ma come un uomo decisivo sì. Lui non sembra davvero avere paure sul parquet. Scherza e sorride con tutti, ma quando ha la palla in mano finiscono i giochi e l’obiettivo è uno solo: fare canestro.
Il nuovo comunitario degli Herons si racconta in una chiacchierata che parte dai suoi trascorsi prima dell’Italia: "Dopo le giovanili in Lituania, non essendo riuscito a entrare nello Zalgiris, ho deciso di intraprendere un percorso universitario negli Stati Uniti. Là sono rimasto per sette anni. Al college, dove se non ottieni risultati nello studio non giochi a basket, hai tutto per iniziare a pensare di diventare un giocatore. Sono cresciuto come uomo e come sportivo. Quest’anno ho iniziato la mia carriera in Europa in Estonia. Poi..."
Poi è arrivata la chiamta della Fabo. "Il mio agente ha parlato per un mese con Luchi. Alla fine ho deciso che accettare la proposta degli Herons era la scelta giusta per fare un passo in avanti nella mia carriera".
Che ambiente ha trovato? "Molto organizzato e con le idee chiare. Mi sto inserendo in una squadra che ha qualità. Sono felice della scelta fatta".
Barsotti ha parlato di lei come di una combo-guard che sa fare tante cose. "Mi sento una guardia che può giocare sia con lontano dalla palla che con il pallone in mano. Mi piace attaccare il pick&roll, questa sì è una mia caratteristica".
Si è spesso detto che agli Herons mancasse un ’go-to-guy’, un uomo a cui affidarsi a giochi rotti. Si sente questo tipo di giocatore. "Mi sento un giocatore che sa mettersi al servizio della squadra. E che sa prendersi responsabilità, questo sì".
Si è fatto un’idea su che campionato sia questa Serie B Nazionale. "Un torneo di buon livello. Conosco poco le squadre per ora, ma posso già dire che il basket qui è molto tattico. C’è grande organizzazione e il livello è buono".
Kupstas che obiettivo si è prefisso per questo esordio in Italia? "Aiutare gli Herons a fare un salto di qualità ed a competere per il livello massimo. Voglio raggiungere la promozione in A2, sono qui per questo. Per ora però il primo obiettivo deve essere quello di evitare il play-inn e chiudere la regular season nei primi sei posti".
Sabato è in programma un esame difficilissimo sul campo della capolista Roseto. "Non ho paura, andiamo a Roseto per fare la nostra partita e per vincere".
Di fronte si ritroverà Aukstikalnis. Un derby lituano. "Non lo conosco personalmente, però so che è un giocatore forte con un grande tiro".
Lituania, terra di basket. Cresciuto nel mito di? "Jasikevicius, ma oltre al basket europeo, seguo molto la Nba. Kobe Bryant è un mito immortale per la passione con cui giocava a basket, ma anche Garnett e Westbrook sono due giocatori che ho da sempre ammirato per la determinazione e la carica agonistica".
Niccolò Casalsoli
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