MARTINA NERLI
Sport

Gennaro Casillo, un Corazon che fa sognare

Il puledro ha lasciato un’ottima impressione a Vincennes dove il giorno dell’Amerique ha conquistato un terzo posto che vale

di Martina Nerli

Per Gennaro Casillo il 2021 è iniziato nel migliore dei modi, l’allenatore tosco-campano continua a frequentare i piani alti dell’ippica con grande soddisfazione. L’ambizione profonda e inarrestabile accorcia le distanze di un Italia percorsa in lungo e in largo alla ricerca della programmazione perfetta. La responsabilità di oltre cento cavalli obbligatoriamente unisce l’anima ippica con quella imprenditoriale, Gennaro ormai da diversi anni abbina tutto il suo meraviglioso saper fare a quell’inventiva che gli consente di dare un senso a questo sport. Tutto parte dal centro di allenamento Giusti a Monsumano Terme dove quotidiamente si lavora per costruire record e traguardi rispettando così le aspettative dei proprietari. Raggiungiamo telefonicamente Gennaro mentre torna a casa dopo l’ennesima trasferta a freccia in su con tre vittorie e un secondo su quattro corse disputate all’ippodromo di Roma, in primis chiediamo al trainer il segreto per continuare a sfornare grandi cavalli generazione dopo generazione: "Sicuramente la costanza". Cosa ci racconti della trasferta a Vincennes nel giorno del Prix d’Amerique? "Una bella soddisfazione, tutti e tre i cavalli che abbiamo portato a Parigi hanno corso alla grande. Baccani ha superato le aspettative, ad un certo punto in retta ho pensato di vincere peccato ma è comunque un secondo importante. Bramante Ors anche lui secondo, felice del debutto super positivo in un palcoscenico impegnativo come Vincennes". Il terzo cavallo sul podio è quello che suscita più curiosità:tre anni appena compiuti, una bellezza smisurata ma soprattutto una prestazione che spalanca le porte ad un futuro importante, stiamo parlando di Corazon Bar: "E’ il puledro più forte tra quelli che ho domato, sono convinto che ha tutte e carte in regola per mettersi in vetrina. A soli tre anni un terzo a Parigi suona come una bella promessa". Programmi per questo figlio di Oropuro Bar? "A fine febbraio il circuito classico italiano fa tappa a Foggia, vorrei evitare un altro viaggio ma la programmazione non offre grandi scelte". Il calendario italiano purtoppo non è ben strutturato, quanto ha inciso questo nella scelta di trasferire dodici effettivi di scuderia in Svezia? "Il mio compito è quello di valorizzare al massimo i cavalli, quando vedo potenzialità inespresse sulle piste di casa cerco di guardare oltre come ho fatto per la trasferta in Francia. Per questo tra un mese circa sposteremo alcuni cavalli in Svezia alla ricerca di una gratificazione maggiore. I nomi sono ancora da decidere probabilmente nell’elenco Baccani e Bramante Ors ma l’ultima parola spetta ai proprietari". Hai salutato la Svezia con la vittoria di Cokstile nell’Elitloppet, torni con idee altrettanto ambiziose? "Oltre all’utilità tecnica della trasferta penso che un confronto con realtà importanti come Francia e Svezia è sempre utile". In autunno scorso hai riorganizzato la scuderia con una succursale a Bologna: "Scelta obbligata dalla mancanza di spazio, non sapevo dove appoggiare i 35 puledri da domare con la lettera D. Attualmente in Toscana non ci sono strutture libere, ho trovato un centro a Bologna idoneo per i cavalli giovani, fortunatamente c’è anche mio figlio Emanuele ad aiutarmi nella gestione".