David Allegranti
Pecore Elettriche

Abbattere Sollicciano? E’ un falso problema

La strada verso ‘carceri psichiatrizzate’ sembra senza ritorno

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Firenze, 12 gennaio 2025 – Il 2025 è appena iniziato, ma ci sono già stati sette suicidi nelle carceri italiane, riferisce Ristretti Orizzonti. Uno di questi nel famigerato carcere di Sollicciano. Pochi giorni fa un detenuto di 25 anni, prossimo a compierne 26, si è tolto la vita. Era affetto da disturbo mentale.

Adesso è ricominciata la solita discussione sull’abbattimento del carcere fiorentino. Nessuno però sembra tenere conto del fatto che le carceri sono già sovraffollate e non si capisce dove andrebbero i 527 detenuti attualmente presenti a Sollicciano. Quanto tempo ci vorrebbe per costruire un nuovo istituto penitenziario? Intanto si potrebbe iniziare a pensare, come nota regolarmente il professor Emilio Santoro, che la sofferenza psichiatrica non può e non deve essere curata nei luoghi di detenzione. Dunque che cosa ci faceva in carcere il giovane che si è appena tolto la vita a Firenze? Niente. Non era il posto per lui, non doveva stare lì.

Nonostante la Corte costituzionale abbia detto che la detenzione domiciliare può essere eseguita presso i luoghi di cura, in carcere sono state organizzate le Articolazioni per la tutela della salute mentale, con un compito quasi impossibile: curare il disagio psichico, soprattutto nelle forme più acute, in un luogo di espiazione di pena. "Un ossimoro”, dice Antigone nel suo ultimo rapporto, nella sezione carcere e salute mentale. «Quelle Articolazioni rispondono però ad un ‘bisogno’ profondo e radicato della cultura psichiatrica e penitenziaria, soprattutto in epoca di risorse scarse. ‘Dove lo metto?’ è la domanda che cela infatti l’urgenza e la continua necessità di trovare una collocazione fisica dove la persona ‘non rechi danno a sé e agli altri’, un luogo sicuro. Una domanda che mette in secondo e terzo piano, i bisogni della persona”.

E così, secondo i dati del Garante nazionale delle Persone private della libertà nel 2022 sono 247 persone, 232 uomini e 15 donne, le persone ospitate nelle 32 Articolazioni per la tutela della salute mentale italiane, collocate in 17 istituti penitenziari. "Ingenuamente ci si potrebbe chiedere perché se questi sono i numeri dei pazienti psichiatrici acuti in carcere (meno di 300 persone), il tema della salute mentale in carcere è così sentito e diffuso. I numeri non giustificherebbero quelle preoccupazioni, più o meno velate, espresse dagli operatori nel corso delle visite”, osserva Antigone: “La risposta è che in realtà le articolazioni per la tutela della salute mentale affrontano solo una piccola parte del problema, ma non fotografano affatto il disagio mentale diffuso nelle ‘altre’ sezioni detentive, né l’evidente tendenza alla psichiatrizzazione degli spazi detentivi. Dalla nostra diretta rilevazione nel corso del 2022 emerge che le diagnosi psichiatriche gravi ogni 100 detenuti erano 9,2 (quasi il 10%)”.

Accanto ai numeri delle persone con una diagnosi medicalmente definita, "vi sono il 20% (percentuale doppia ai detenuti con diagnosi) dei detenuti assumeva stabilizzanti dell’umore, antipsicotici o antidepressivi ed addirittura il 40,3% sedativi o ipnotici”.

Si tratta di numeri rilevanti, "che indicano che la strada verso ‘carceri psichiatrizzate’ sembra senza ritorno”, dice ancora Antigone. Per questo, il dibattito sull’abbattimento di Sollicciano appare superficiale e fuori fuoco.

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