Firenze, 29 ottobre 2021 - L’affossamento del ddl Zan ha provocato una serie di accuse incrociate fra compagni ed ex compagni di viaggio. Per esempio c’è Andrea Marcucci, ex capogruppo del Pd al Senato, finito sotto attacco per le sue perplessità sulla legge firma da Alessandro Zan e che è stata impallinata durante una votazione a scrutinio segreto. Ma c’è di più. A litigare, stavolta, sono anche gli amici. O forse ex amici. Come Dario Nardella e Matteo Renzi. Il sindaco di Firenze stamattina in tv, a L’aria che tira su La7, se l’è presa per le parole critiche del suo predecessore sul Pd.
“Sul DDL Zan si è consumato un disastro politico, gestito con totale incapacità dal PD di Enrico Letta, che prima ha fatto un’apertura in TV e poi ha deciso di andare al muro contro muro, giocando una partita ideologica sulla pelle delle persone”, ha detto Renzi in un post su Facebook: “E naturalmente perdendola, come era chiaro per tutti quelli che conoscono il Senato, la politica e, soprattutto, la matematica. Si è consumata una figuraccia della classe politica, incapace di dire parole chiare sui diritti civili, tornando indietro di vent’anni: noi siamo quelli che hanno messo la fiducia sulle unioni civili, loro quelli che hanno affossato il DDL Zan. E si è consumata la consueta aggressione verbale contro Italia Viva, portata avanti da PD e Cinque Stelle che - incapaci di portare a casa il risultato - cercano alibi e colpevoli, dando la colpa a noi. Pensate che vengono rilanciate sui social le richieste di andare sotto le sedi di Italia Viva: questa è la lezione democratica di chi voleva una legge contro l’odio. Più ci penso, più mi domando come sia stato possibile per PD e Cinque Stelle un suicidio politico di questo genere”. Tutti, scrive Renzi su Facebook, “sapevano che il provvedimento non sarebbe mai passato a scrutinio segreto. E i numeri dimostrano che tutti i gruppi hanno avuto DIVERSI franchi tiratori”. Dura replica di Nardella su La7:
“Le critiche di Renzi al Pd sul Ddl Zan sono ingiuste e sbagliate”, dice il sindaco di Firenze che dice di aver visto in Senato “uno spettacolo penoso e mortificante dei senatori in piedi a urlare come se fossero allo stadio ad applaudire; non mi sembravano persone dispiaciute di aver perso una occasione storica”.
I rapporti fra Nardella e Renzi non sono buoni come un tempo insomma. D’altronde non è un caso che l’attuale sindaco fiorentino, insieme a diversi altri ex renziani, sia rimasto nel Pd. Una mossa che evidentemente Renzi non ha gradito; l’anno scorso ricordò in un suo librò che fra i 101 che bruciarono la candidatura di Romano Prodi al Quirinale c’era anche Nardella, allora deputato semplice.