DAVID ALLEGRANTI
Pecore Elettriche

"Le relazioni fra Santa Sede e Stato italiano sono figlie di un’altra epoca"

L’analisi del professor Pasquale Annicchino dopo le parole della Santa Sede sul ddl Zan

Pecore elettriche

Firenze, 24 giugno 2021 - Professor Pasquale Annicchino, giurista, quella della Santa Sede sul ddl Zan è un’ingerenza? “Che ci troviamo davanti ad un’ingerenza mi sembra un argomento che non abbia bisogno di discussioni particolarmente sofisticate. È in re ipsa, come si dice in questi casi. Il punto è come noi qualifichiamo questa ingerenza, come valutiamo le richieste che vengono avanzate, se decidiamo che la straordinarietà dell’intervento abbia allo stesso tempo scavalcato i limiti dell’appropriatezza nel contesto delle relazioni diplomatiche fra Italia e Santa Sede. Sono tutti argomenti di cui si discute ed è giusto farlo, del resto sono le stesse norme a prevedere ipotesi di confronto strutturato fra le parti nel caso in cui si manifestano differenze interpretative sulle norme che regolano i loro accordi”. C’è un problema di credibilità dei partiti e delle leadership italiane nei confronti della Santa Sede e in generale della Chiesa Cattolica? “Credo che quello della credibilità delle leadership sia un problema che, purtroppo, va ben oltre il tema delle relazioni diplomatiche tra Santa Sede e Stato italiano. Il punto è che i modelli su cui abbiamo costruito queste relazioni sono nati in altre epoche storiche e oggi sono entrati in sofferenza. L’Italia del 2021 non è più l’Italia del 1929 o del 1984. Allo stesso modo è profondamente mutata la Chiesa Cattolica che soffre la crisi demografica europea e invece è molto vitale in altre parti del mondo come l’Africa o l’Asia. Una classe politica non abituata a relazionarsi ad istituzioni globali come la Chiesa Cattolica fa fatica a prendere le misure perché non riesce a declinare le sue politiche nella complessità di queste istituzioni e tenta di rifuggire nel piccolo cabotaggio dell’identitarismo”. Le leggi che regolano i rapporti con la Chiesa Cattolica vanno riviste, aggiornate e attualizzate? “Lo dicevamo prima, come tanti altri settori del nostro ordinamento ci sarebbe bisogno di un profondo rinnovamento delle norme che regolano questi rapporti. Ovviamente stiamo parlando di rapporti bilaterali e per tale motivo la nostra Costituzione prevede uno specifico procedimento sia con la Chiesa Cattolica ma anche con le altre confessioni religiose. Ma sedersi al tavolo, ragionare e limare è un esercizio fisico e intellettuale che costa fatica. Gli slogan vendono meglio nel mercato della comunicazione”. È caduta l’immagine del “papa progressista”? “Mattia Ferraresi ha scritto su Domani un bell’intervento che mi sento di condividere. Anche in questo caso abbiamo visto che gli slogan possono essere utili per la comunicazione di breve periodo ma poi non aiutano a comprendere la complessità delle vicende umane, religiose e politiche. Soprattutto nel caso della Chiesa Cattolica le cose, come avrebbe detto Giulio Andreotti, ‘sono un po’ più complesse’”.