
Pecore elettriche
Firenze, 7 marzo 2022 - Oggi il presidente del Consiglio Mario Draghi ha incontrato la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen. Al centro del colloquio, fra le altre cose, la guerra in Ucraina scatenata dalla Russia. “L’Unione Europea ha dato prova di straordinaria unità”, ha detto Draghi prima dell’incontro. “Siamo uniti nel condannare con forza l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Siamo uniti nell’imporre sanzioni nei confronti di Mosca. E siamo uniti nel rispondere all’appello del presidente ucraino Zelensky che ci ha chiesto aiuti finanziari, umanitari, militari per difendersi dall’aggressione russa. Questa unità – anche con gli alleati della NATO e del G7 – è la nostra principale forza. È essenziale mantenerla nell’affrontare tutte le conseguenze che questa crisi avrà sull’Unione Europea, come l’accoglienza dei rifugiati dall’Ucraina, la tutela della sicurezza energetica per cittadini e imprese. Il Governo è pienamente impegnato per cercare tutte le vie diplomatiche per porre fine al conflitto”. Nella giornata di ieri Draghi ha avuto un colloquio telefonico con il presidente ucraino Volodymir Zelensky, a cui ha ribadito “la solidarietà del Governo e del popolo italiano”. Mercoledì incontrerà il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki, mentre questa sera è stata fissata una conversazione telefonica con il cancelliere Olaf Scholz: “L’Ucraina è parte della famiglia europea e l’Italia intende continuare a sostenerla. Siamo in contatto con tutti i partner principali dell’Unione Europea, con la NATO, e il G7. Nei giorni scorsi, il Comitato per la sicurezza finanziaria del Ministero dell’Economia ha approvato importanti provvedimenti di congelamento di beni nei confronti di oligarchi russi, che sono stati prontamente eseguiti e continueranno ad essere eseguiti nei prossimi giorni”. Analoghe decisioni dovrebbero essere prese, ha suggerito Draghi, da tutti gli Stati.
“La Banca d’Italia ha chiesto agli istituti di credito di comunicare le misure di congelamento applicate, e di fornire i dettagli sui soggetti coinvolti e sul valore e sulla natura dei beni”. L’Italia “sostiene pienamente l’Unione Europea anche nella gestione della crisi migratoria. Questo è il momento della solidarietà e dell’accoglienza, sono valori fondanti dell’Unione Europea e principi che l’Italia mette in pratica da anni. Il 3 marzo abbiamo sostenuto la storica approvazione dell’attuazione della Direttiva europea sulla protezione temporanea degli sfollati, a beneficio di chi fugge dalla guerra in Ucraina. Abbiamo già stanziato 110 milioni a favore del Governo ucraino, e stiamo intervenendo per aiutare i rifugiati con aiuti finanziari e materiali sanitari, tramite la Croce Rossa, la Protezione Civile, la Cooperazione italiana. Continueremo come sempre a fare la nostra parte, anche grazie al lavoro che stanno facendo il Ministero dell’Interno, le prefetture, e devo ringraziare in particolare i sindaci di tanti Comuni italiani. Nei colloqui di oggi, come ha detto la Presidente von der Leyen un attimo fa, affronteremo i temi dell’energia. Discuteremo essenzialmente di diversificazione, riorganizzazione e compensazione, a tutela di cittadini ed imprese. L’Italia è al lavoro per ridurre in tempi rapidi la dipendenza dal gas russo. Sabato ho sentito al telefono l’emiro del Qatar, Al Thani, con cui ho discusso in particolare di come rafforzare la cooperazione energetica tra i nostri Paesi”.
L’Italia infatti importa circa il 95 per cento del gas che consuma e oltre il 40 per cento proviene dalla Russia. L’Italia ha ancora 2,5 miliardi di metri cubi di gas negli stoccaggi e l’arrivo di temperature più miti dovrebbe comportare una significativa riduzione dei consumi da parte delle famiglie. Il nostro Paese più di altri - più della Polonia e più della Francia, per esempio - dipende dalla fornitura di gas russo. Secondo la Acer, European Union Agency for the Cooperation of Energy Regulators, l’Italia acquista il 46 per cento del gas dalla Russia (dati 2020). La Polonia il 40, la Francia il 24. L’Olanda solo 11 per cento, la Romania il 10. Altri Paesi sono più dipendenti di noi, pensiamo alla Finlandia (94 per cento) o alla Bulgaria (77 per cento).