DAVID ALLEGRANTI
Pecore Elettriche
Editoriale

Governo & complotti, una storia antica

Pecore elettriche

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Firenze, 15 settembre 2024 – Ormai si è perso il conto del numero di complotti orditi ai danni del governo Meloni; l’ultimo è, naturalmente, quello riguardante il caso Boccia-Sangiuliano. La dottoressa (o signora?) Maria Rosaria Boccia è stata supportata da qualcuno nella sua battaglia non solo contro l’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ma contro l’intero esecutivo. Questa è una delle tesi che circolano nel governo, dove sono convinti, Meloni in testa, che oscure forze siano in movimento per colpire il lavoro della presidenza del Consiglio. Alcuni indizi. Boccia martedì sera aveva in programma un’intervista con Bianca Berlinguer su Mediaset.

Un’iniziativa editorial-giornalistica che Meloni e i suoi hanno scambiato per un’aggressione mediatica da parte della tv berlusconiana. Alla fine l’intervista non s’è fatta, ma la sola annunciata presenza della signora (o dottoressa?) Boccia è stata vista come un attacco al governo. Troppo semplice pensare che Boccia in questo momento sia una notizia e che le sue interviste, semplicemente, facciano ascolti. Pochi giorni dopo - venerdì scorso - Marina Berlusconi ha incontrato Mario Draghi, peraltro da sempre stimato dal Cav., per parlare del futuro dell’Europa. Ohibò, i complotti aumentano. C’è poi il caso degli agenti di polizia, che sono stati spostati dallo spazio adiacente la stanza della presidenza del Consiglio, al primo piano, raccontato dalla Stampa e confermato da Pietro Colapietro, segretario generale del sindacato Silp Cgil: «Le poliziotte e i poliziotti in servizio all’Ispettorato di Ps Palazzo Chigi sono stati allontanati dal piano dove si trovano gli uffici della presidente del Consiglio Giorgia Meloni probabilmente per mancanza di fiducia nei loro confronti». Insomma: Meloni non si fida e vede nemici dappertutto.

D’altronde, c’è sempre una qualche forma di deep state all’opera. «Non mi vogliono far governare» è un grande classico della retorica del complotto. L’ex presidente del Venezuela, Ugo Chávez, accusava sempre l’opposizione, l’«oligarchia» che era stata deposta, di voler sabotare il suo «socialismo del ventunesimo secolo». Per non parlare di Trump che nel 2020 si rifiutò di riconoscere la vittoria elettorale di Biden. Alla base della teoria dei brogli agitata da Trump e dai suoi sostenitori c’è una retorica di allarmismo sociale, tipicamente usata allo scopo «di mobilitare le masse contro i loro avversari oppure allo scopo di sopperire al proprio deficit di legittimazione con uno sfruttamento intensivo della ‘natura sentimentale delle masse’», come ha spiegato una volta Zeffiro Ciuffoletti.

Di queste politiche di allarme sociale, la teoria del complotto è quella più usata. Secondo Karl Popper, la teoria sociale della cospirazione è una versione del teismo, «della credenza, cioè, in una divinità i cui capricci e voleri reggono ogni cosa. Essa è una conseguenza del venir meno del riferimento a Dio e della conseguente domanda: ‘Chi c’è al suo posto?’. Quest’ultimo è ora occupato da uomini o gruppi potenti cui si può imputare di aver organizzato la grande depressione e i mali di cui soffriamo». In base a questa teoria tutto ciò che ci accade in termini negativi è frutto di un piano preciso, organizzato da imprecisati individui o gruppi che perseguono una loro agenda ai danni del popolo. pecore.elettrichelanazione.net