David Allegranti
Pecore Elettriche
Editoriale

L’azzardo e il rischio. Macron è un esempio

Pecore elettriche

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Firenze, 23 giugno 2024 - Il 30 giugno e il 7 luglio la Francia torna al voto per le elezioni legislative, dopo lo scioglimento dell’assemblea nazionale deciso da Emmanuel Macron. Il presidente francese è rimasto scioccato ancorché non sorpreso dal risultato di Rassemblement National, il partito di Marine Le Pen e Jordan Bardella, alle elezioni europee: 31,37 per cento, più del doppio della coalizione macroniana Besoin d’Europe, ferma al 14,60 per cento. Ha dunque scelto l’azzardo. Il partito di Le Pen e Bardella potrebbe superare il 30 per cento. L’ultimo sondaggio Ifop/Le Figaro dà il Rassemblement National più i neo-gollisti di Eric Ciotti al 34 per cento; il Nouveau Front Populaire, di cui fa parte anche La France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon, insieme ai socialisti di Raphaël Glucksmann, sarebbe invece al 29 per cento. Se i dati fossero confermati, il partito lepenista farebbe un notevole balzo in avanti rispetto alle Legislative del 2022, quando prese il 18,58 per cento. Resta da capire tuttavia se l’estrema destra, con gli alleati Repubblicani di Ciotti, che è stato ferocemente contestato dal suo partito per la decisione di un accordo con Le Pen e Bardella, riuscirà a ottenere la maggioranza assoluta dei seggi: 289 su 577. Se questa maggioranza assoluta però non ci fosse, l’assemblea legislativa francese sarebbe ingovernabile. Il nuovo primo ministro avrebbe difficoltà a far approvare le leggi. Ma potrebbe ricorrere all’articolo 49, comma 3, della Costituzione del 1958. È già successo in passato.

Come spiega il costituzionalista Stefano Ceccanti, "questo articolo ha la funzione di proteggere Governi cosiddetti di minoranza, ossia di maggioranza relativa, che abbiano contro di loro altre minoranze che di norma non sarebbero sommabili tra di loro". Il Governo mette la fiducia perché se si votasse solo sul testo, "senza fiducia, si conterebbero i sì e i no: i gruppi di opposizione potrebbero sommarsi agevolmente, ciascuno con le proprie motivazioni separate, e l’esecutivo potrebbe perdere. Invece il Governo mettendo la fiducia fa sì che il testo o passi senza voto (se le opposizioni non reagiscono) oppure se esse presentano mozioni di sfiducia per reazione alla fiducia il metodo cambi alzando lo scalino: una mozione di sfiducia votata insieme deve arrivare alla metà più uno dei componenti".

È una logica analoga alla sfiducia costruttiva, osserva Ceccanti: "Gli oppositori hanno l’onere della prova di dimostrare che la maggioranza è in realtà una minoranza". Qui forse si inizia a capire quale potrebbe essere la strategia di Macron. Una coabitazione - lui presidente della Repubblica, Rassemblement National alla guida del governo - fino ad arrivare alle prossime elezioni presidenziali, nel tentativo di logorare Le Pen e compagni. Bardella dunque potrebbe governare - anche se non a ogni costo, ha detto il giovane leader francese - ma i dossier più importanti sarebbero ancora nelle mani di Macron. Costituzione alla mano, infatti, sono prerogativa del presidente della Repubblica francese la politica estera, le alleanze internazionali e la difesa. D’altronde i rapporti di Le Pen con la Russia turbano non poco. Certo, il rischio è alto per Macron, soprattutto se il suo partito non riuscisse a essere minimamente competitivo.

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