DAVID ALLEGRANTI
Pecore Elettriche

Le provocazioni dell'Ucraina secondo i filo-putiniani d'Italia

Un sondaggio dell’Ispi aiuta a capire perché è importante occuparsi regolarmente dei cosiddetti “complessisti”. Quelli che da settimane ci spiegano perché Vladimir Putin tutto sommato è un compagno che sbaglia e che questi Ucraini hanno proprio stufato

Putin e Zelensky, due maestri della comunicazione?

Firenze, 7 aprile 2022 - Un sondaggio dell’ISPI, pubblicato ieri, aiuta a capire perché è importante occuparsi regolarmente dei cosiddetti “complessisti”. Quelli che da settimane ci spiegano perché Vladimir Putin tutto sommato è un compagno che sbaglia e che questi Ucraini hanno proprio stufato con le loro provocazioni.

“Armi, armi, armi. Solo questo chiede Kukeba, il ministro degli Esteri dell’Ucraina alla NATO. Perché, sebbene “bizzarro’, come lui dice, ciò servirebbe alla pace. Gli ucraini vogliono estendere il conflitto? Come? Fino a quando? A che punto?”, tuona Donatella Di Cesare su Twitter. Insomma, questi Ucraini se la stanno proprio cercando. Purtroppo Di Cesare è in buona compagnia. Non solo perché c’è l’ormai star del fantabosco, Alessandro Orsini, pronto a concionare ogni sera in tv. I “complessisti”, come ci dice il sondaggio ISPI, non sono affatto pochi. Il 60,4 per cento degli intervistati dice che la responsabilità principale della guerra è di Putin, ma c’è un 17,3 per cento che dice che è della Nato, il 4,5 per cento addirittura che è di Volodymyr Zelensky e il 17,4 per cento che non sa. Ma le cose cambiano molto, nelle opinioni degli intervistati, in caso di aumento della violenza (la Nato infatti “non dovrebbe intervenire in nessun caso” secondo il 60,1 per cento) e vanno decisamente peggio sull’invio delle armi degli Stati dell’Ue in Ucraina: il 38,6 per cento è contrario, solo il 21,6 è a favore, solo il 9,1 per cento dice che dobbiamo inviarne sempre più potenti e il 23,7 per cento non sa.

Sono tutte cose che i “complessisti” conoscono e sfruttano strumentalmente. Potremmo persino scoprire tra qualche mese che la nostra empatia nei confronti degli Ucraini sta venendo meno. Ed è qui che  i manipolatori in servizio permanente televisivo potrebbero trovare maggiore soddisfazione, dopo aver trascorso settimane a spiegare che Putin va capito, che non bisogna aiutare gli Ucraini con le armi, che bisogna fermare la “forsennata corsa al riarmo”, come dice Beppe Conte da giorni nelle sue interviste, mettendo in competizione la difesa e le bollette della luce. Come ci dimostra il sondaggio ISPI, Orsini non è solo folklore. Così come non lo è Carlo Freccero. I vari Freccero e Orsini sanno molto bene che cosa stanno facendo. Sanno che nella nostra volatilità ipercomunicativa basta poco ad annoiarci oppure a spostare il giudizio su una guerra considerata lontana (eppure è vicinissima). Per questo, i tribuni da talk show concorrono alla manipolazione della pubblica opinione e all’indebolimento del sostegno alla popolazione dell’Ucraina, alla quale abbiamo dato armi per difendersi, per resistere.