David Allegranti
Pecore Elettriche

Violenza protagonista, condiziona il voto Usa

A rifiutare la violenza politica deve essere anche Trump. Ma Kamala Harris riuscirà a offrire un messaggio politico diverso nei pochi mesi di campagna elettorale a sua disposizione? Sono parecchie le fratture che gli Stati Uniti devono ricomporre

Pecore elettriche

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Firenze, 28 luglio 2024 - Nei pochi giorni trascorsi dall’attentato a Donald Trump è successo molto. Joe Biden si è ritirato sotto il peso delle crescenti pressioni, anche nel suo partito, e Kamala Harris, sua vicepresidente, si appresta a essere scelta come candidata presidente degli Stati Uniti per i Democratici. Harris dunque vuole guidare un Paese fortemente polarizzato, ben descritto da Ezra Klein nel suo saggio "Why we’re polarized".

Non si può non partire da qui per capire che cos’è l’America oggi. Il politologo Robert Pape ha studiato l’atteggiamento degli statunitensi nei confronti della violenza politica dopo l’attacco a Capitol Hill del 6 gennaio 2021 da parte di una folla trumpiana e ha condotto un sondaggio sull’argomento il mese scorso. Il 10 per cento degli intervistati ha dichiarato che "l’uso della forza è giustificato per impedire a Donald Trump di diventare presidente"; un terzo di coloro che hanno dato questa risposta ha anche dichiarato di possedere una pistola. Il 7 per cento degli intervistati ha dichiarato di appoggiare l’uso della forza "per riportare Trump alla presidenza"; la metà di loro ha dichiarato di possedere armi.

L’attentato a Trump "è una conseguenza del significativo sostegno alla violenza politica nel nostro Paese", ha detto Pape al New York Times: "In effetti, da anni negli Stati Uniti si moltiplicano gli attacchi di lupi solitari motivati dalla violenza politica contro membri del Congresso di entrambi i partiti, fun L zionari federali e leader nazionali". La violenza politica, dunque, è considerata una risorsa da una parte degli statunitensi. Secondo una ricerca dell’Università di Chicago del 2023, gran parte (circa il 30 per cento) dei Repubblicani e dei Democratici ritiene che il loro benessere sia "gravemente" in gioco alle elezioni presidenziali del 2024. Un numero molto maggiore di Repubblicani rispetto ai Democratici ritiene che le elezioni del 2024 siano già truccate contro il loro partito, con una differenza di 27 per cento a 11 per cento. È in questo clima di sfiducia reciproca all’interno della società americane e di sfiducia nei confronti delle istituzioni che va collocato l’attentato a Trump. Naturalmente, i Repubblicani sotto l’egida del movimento Maga hanno grosse responsabilità.

Come ha ricordato David Frum su The Atlantic, "quando un folle ha quasi ucciso a colpi di martello il marito dell’ex presidente della camera Nancy Pelosi, Donald Trump si è lasciato andare a una serie di battute e prese in giro. Quando le forze dell’ordine hanno arrestato un estremista di destra che si preparava a rapire la governatrice democratica del Michigan Gretchen Whitmer, ha ricordato ancor Frum, "Trump ha sminuito la vicenda durante un raduno dei suoi elettori, aggredendo Whitmer e trattandola come un nemico politico. Quel giorno, quando i suoi sostenitori hanno scandito lo slogan "rinchiudetela", Trump si è messo a ridere e ha risposto: "Rinchiudeteli tutti!", ha ricordato opportunamente Frum. A rifiutare la violenza politica, insomma, deve essere anche lo stesso Trump. Ma Kamala Harris riuscirà a offrire un messaggio politico diverso nei pochi mesi di campagna elettorale a sua disposizione? Sono parecchie le fratture che gli Stati Uniti devono ricomporre e la politica da sola non basta.

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