Londra, 8 aprile 2025 – Il corpo fatto a pezzi e messo in una valigia. E’ un mistero la fine orribile di Alessandro Coatti, biologo italiano di 38 anni, trovato morto in una strada di Santa Marta, città di mezzo milione di abitanti sulla costa della Colombia che si affaccia sul Mar dei Caraibi. Secondo la polizia locale, nel borsone c’erano la testa, le mani e i piedi dello scienziato. Mancavano però le altre parti del cadavere, come il torace. A fare la macabra scoperta, domenica scorsa, è stato un gruppo di bambini. Secondo media inglesi, il corpo è stato riconosciuto dal braccialetto dell’ostello dove il 42enne alloggiava. La sua morte è confermata dall'ambasciata italiana a Bogotà.

Una taglia sull'assassino
Pare che Coatti fosse in città da giovedì scorso. Un dipendente della struttura ricettiva ha raccontato che era diretto a Minca, una zona sulla Sierra Nevada a una ventina di km da Santa Marta, dove voleva fare alcune ricerche. Le sue tracce si perdono sabato sera, quando era uscito per andare in discoteca.
Il sindaco di Santa Marta promette giustizia e offre un premio di 50 milioni di pesos colombiani (circa 10.400 euro) a chi fornisca informazioni utili per trovare il responsabile o i responsabili.
Chi era Alessandro Coatti
Nato a Portomaggiore (Ferrara), Alessandro Coatti ha studiato ad Argenta, mentre la sua famiglia è originaria di Alfonsine. Fino a pochi mesi fa era ricercatore alla prestigiosa Royal Society of Biology di Londra, dove si occupava di animali e tecnologie genetiche. Si era laureato alla Scuola Normale di Pisa, e poi specializzato in neuroscienze all’University College di Londra. In passato aveva lavorato anche al Cnr di Pisa e in Germania, al Max Planck Institute for Brain Research, oltre che per l’ambasciata italiana a Londra. A dicembre del 2024 era partito il Sud America per lavorare come volontario in Ecuador e visitare il continente, dove, secondo un parente, avrebbe voluto trasferirsi. Era già stato in Perù, Bolivia e Ecuador.

"Siamo sconvolti – si legge in un post della RSB – Alessandro, che tutti chiamavamo Ale, ha lavorato per la Royal Society of Biology per 8 anni. Era uno scienziato appassionato, ha guidato il lavoro scientifico sugli animali della RSB, scritto numerose relazioni, organizzato eventi e parlato alla Camera dei Comuni. Mancherà profondamente a tutti coloro che lo conoscevano e lavoravano con lui. I nostri pensieri e i nostri migliori auguri vanno ai suoi amici e alla sua famiglia in questo momento davvero orribile”.