di Antonia Casini
Pisa

«Assolvere Panella perché il fatto non sussiste»

Morte di Scieri, la difesa di uno degli ex commilitoni. Oggi attesa la sentenza

Emanuele Scieri

Emanuele Scieri

Pisa, 14 giugno 2023 – Ha chiesto l’assoluzione “perché il fatto non sussiste”. L’avvocato di ufficio Andrea Cariello, nella sua arringa di oltre due ore, si è rivolto alla giuria popolare e ai giudici togati della Corte d’assise perché scagionino dalle accuse di omicidio volontario  il suo assistito, Alessandro Panella, ex caporale della Folgore. Per la procura l’uomo con gli altri “nonni” Luigi Zabara e Andrea Antico (quest’ultimo assolto in primo grado, è pendente l’appello) avrebbe picchiato Emanuele Scieri anche dopo che lui era salito sulla torretta di asciugatura dei paracaduti quel 13 agosto 1999, facendolo precipitare e morire e nascondendo poi il corpo sotto a un tavolo nella caserma Gamerra di Pisa. 

Il difensore ha riletto tutte le intercettazioni che riguardano l’imputato, parlato a lungo della sua “assenza” in quei momenti e del super testimone Meucci “la stampella del processo”.  

Pochi giorni fa anche i due avvocati di Zabara, Maria Teresa Schettini e Andrea Di Giuliomaria, avevano ribadito «l’assoluta estraneità di Zabara al fatto» chiedendo «l’assoluzione perché il fatto non sussiste o comunque per non averlo commesso. In via subordinata: la riqualificazione del reato in quello di omicidio preterintenzionale o morte come conseguenza di altro delitto e la prescrizione».

Nel pomeriggio del 14 giugno 2023 è attesa la sentenza di questo caso che risale ormai a 24 anni fa e che è stato riaperto dalla Commissione parlamentare d’inchiesta presieduta da Sofia Amoddio (sentita anche durante il procedimento). Il procuratore capo Alessandro Crini e il sostituto Sisto Restuccia hanno condotto le nuove indagini chiedendo per Panella e Zabara 24 e 21 anni.