ENRICO MATTIA DEL PUNTA
Pisa

L’Antimafia: "Mazzeo non presentabile alle europee". La risposta: “Assurdo bollarmi così”

La Commissione lo Inserisce tra i sette impresentabili. Il presidente del consiglio regionale replica: “Mai subito una condanna, si tratta di una vecchia vicenda”

Antonio Mazzeo

Antonio Mazzeo

Pisa, 28 maggio 2024 - Antonio Mazzeo risultava "non candidabile alle elezioni europee per violazione del codice di autoregolamentazione sottoscritto dai partiti". È quanto ha constatato la Commissione antimafia guidata da Chiara Colosimo che ha individuato sette impresentabili italiani, per lo più per via di procedimenti giudiziari in corso, tra questi ci sarebbe anche il presidente del consiglio regionale della Toscana.

Tra i nomi individuati dall'organo: Angelo D'Agostino (FI), Marco Falcone (FI), Alberico Gambino (FdI), Filomena Greco (Stati Uniti d'Europa), Luigi Grillo (FI), Giuseppe Milazzo (FdI). 

In violazione del codice di autoregolamentazione risulta anche, ha sottolineato Colosimo, "la candidatura di Antonio Mazzeo, candidato per la lista Partito Democratico nella circoscrizione Italia centrale". Nei suoi confronti, ha spiegato, "in data 5 settembre 2022, risulta emesso dal gup presso il Tribunale di Roma il decreto che dispone il giudizio per il reato di cui agli articoli 216, 219, 223 del regio decreto 16 marzo 1942, n. 267 (bancarotta fraudolenta) e la prossima udienza dibattimentale innanzi alla II sezione penale del Tribunale di Roma è fissata al 4 luglio 2024".

E la replica di Mazzeo non si fa attendere. “Per quanto mi sforzi – dice – non riesco a capire come si possa bollare come 'impresentabile' a 10 giorni dal voto una persona che mai ha avuto una condanna, mai ha avuto a che fare con certi ambienti e che è sempre stato e sempre sarà dalla parte della legalità e della correttezza. Per uno come me, che ha iniziato a fare politica sulla scia dell'esempio di Falcone e Borsellino, vedere il proprio nome associato alla parola mafia fa semplicemente inorridire”.

Mazzeo spiega la vicenda: “Sono rinviato a giudizio per una indagine sulla chiusura del quotidiano l'Unità di cui, nel 2012 e per spirito di servizio in un momento di grande difficoltà del quotidiano, sono stato per 6 mesi membro del CdA prima di dimettermi. Ho presenziato a tutte le udienze del processo, ho ribadito la mia totale estraneità ai fatti e sono fiducioso che anche i giudici, seppure dopo anni che nessuno mi restituirà, faranno altrettanto. Ma tra questo ed essere definito 'impresentabile', specie da un ente il cui nome fa riferimento alla parola 'mafia', c'è un baratro.