Pisa, 19 gennaio 2014 - UNO «SCHIAFFO». Inatteso e doloroso. Vito Ardito definisce così la propria esclusione dal Consiglio degli Anziani all’interno del quale, dal 2011, ricopriva il ruolo di «esperto». Uno «schiaffo» — «di cui ancora nessuno tra l’altro mi ha spiegato le motivazioni» — che lo ha convinto a presentare al sindaco Filippeschi, consigliere anziano, anche le proprie dimissioni da responsabile organizzativo della Scuola di formazione fondata tre anni fa per garantire alle manifestazioni storiche pisane un futuro e un ricambio. E con lui, a rimettere il mandato con «decorrenza immediata» anche la «squadra» dei maestri al completo.
DIMISSIONI pesanti. Perché la Scuola è stata il sogno di Vito Ardito, uno sogno cullato a lungo nei 30 anni di Gioco del Ponte per il quale ha ricoperto anche la carica di generale di Mezzogiorno. Uno sogno diventato realtà tre anni fa grazie all’impegno di Ardito e di tanti altri appassionati del Gioco. «Una Scuola gratuita, a costo zero, che vive di volontariato e che ha formato fino ad oggi 80 baby-tamburini, sbandieratori e trombettieri, alcuni già entrati a far parte del corteo storico» sottolinea Ardito.
Ma la Scuola da settembre scorso - dopo la pausa estiva e «nonostante l’assessore Federico Eligi avesse pubblicamente ribadito a fine stagione la volontà a farla crescere con nuovi progetti e nuove risorse» - non è riuscita a ripartire lasciando di fatto fuori una decina di bambini che avevano già fatto richiesta di iscrizione. Le prime porte a chiudersi sono state quelle delle palestre. «Affidate e occupate da altre società per decisione del comitato comunale allo sport - spiega Ardito - tanto che per noi erano rimaste soltanto piccole finestre, praticamente impossibili da proporre ai bambini: dalle 20 alle 21 o in orario scolastico».
Vito Ardito ricorda anche il suo impegno per diffondere la storia delle manifestazioni storiche pisane nelle scuole. «Lo scorso anno il lavoro con gli allievi delle elementari e delle scuole medie è stato intensissimo. E a settembre sono stato autorizzato dall’amministrazione a seguire un progetto di studio dedicato, appunto, alle manifestazioni storiche assieme ai ragazzi delle scuole Parmini. Oltre 30 ore tra didattica e dimostrazioni pratiche. E nonostante questo, nonostante il mio impegno disinteressato, costante e del tutto volontario, è stato deciso di non confermare la mia presenza nel Consiglio degli anziani senza considerare che quel che è stato fatto ha avuto fino ad oggi un unico obiettivo: dare un futuro al Gioco, rinnovando la qualità del nostro splendido corteo. Uno spirito costruttivo che, dico la verità, forse neanche i comandi delle due Parti hanno capito fino in fondo».
La lettera con le dimissioni è sul tavolo del sindaco dal 9 gennaio scorso. Assieme a quella firmata dai maestri. «Ma da quel giorno, dopo una prima telefonata, aspetto ancora di poter chiarire con Marco Filippeschi le ragioni della mia esclusione. Pur rispettando le decisioni di colui che è di fatto il consigliere anziano, credo di aver diritto almeno ad una spiegazione. Da uomo che ha speso tantissimo per il Gioco, che conosce ogni minimo dettaglio, dal cappello alle scarpe di ogni costume, che conosce i bisogni e i bilanci della Magistrature, mi sento profondamente umiliato».
Francesca Bianchi
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