REDAZIONE PISA

A due anni da quel crollo.... Sant’Ermete alza la voce

Convocato un consiglio aperto del comitato residenti: "Vogliamo rtsposte"

Lo striscione appeso alle case popolari

Lo striscione appeso alle case popolari

"Erano le 17.40 del 24 ottobre di un anno fa. Come ogni martedì da dieci anni, gli abitanti di Sant’Ermete si stavano per riunire in assemblea per affrontare i problemi e organizzare le attività del comitato. Ad un tratto un tonfo sordo, poi delle grida, ci catapultiamo sotto il nuovo palazzo dei 39 alloggi, sulla via Emilia. Un cumulo di macerie e materiale fumante e polveroso si schianta tutto insieme dall’9;alto della facciata laterale del nuovo palazzo dei 39 alloggi". Inizia così l’appello -convocazione di un consiglio di quartiere aperto per martedì 5 novembre, alle 17.30 nella piazza di Sant’Ermete, lanciato dal comitato di residenti. "Cosa è successo? Come è possibile che un palazzo costruito dopo 6 anni di lavoro e consegnato alle famiglie da soli 18 mesi, veda sgretolarsi in questo modo? Questo progetto è nato male e finito peggio. Il progetto di quell’edificio ‘nuovo di pacca’ e del suo gemello, lì accanto (un fantasma scheletrito che non era ancora completato) è partito nel lontano 2017. Il resto è storia. Nel luglio 2022 - continuano – , dopo anni di proteste e mobilitazioni popolari, ottenemmo un tavolo con tutte le parti istituzionali. Sembrava un possibile punto di svolta nelle relazioni e nella vertenza per la riqualificazione. Oggi, dopo due anni dall’avvio di quel Tavolo, è il momento di fare un bilancio con una discussione pubblica sullo stato dell’arte delle vertenze di Sant’Ermete". "Di fronte allo sgretolarsi finanziario dell’edilizia pubblica (zero soldi per emergenza abitativa dal governo) e alla risposta statale in termini repressivi della questione abitativa (vedi il Ddl 1660) dobbiamo confrontarci sugli appalti pubblici sulle nuove costruzioni in progetto, a partire dal recupero dei 39 alloggi, il termine dei lavori su quello dei 33, la ristrutturazione integrale delle tre stecche di via Sirtori.  La notizia, mai discussa con gli abitanti, dello studio di fattibilità sulla demolizione di una stecca di case nel quartiere vecchio e di una ulteriore costruzione in via Bandivia Socci.  Il percorso che dura dal dicembre 2022 dell’auto-recupero degli alloggi vecchi nel quartiere, come risposta all’emergenza abitativa e come esperimento di condivisione sociale dell’abitare. E ancora il cCavalcavia e servizi per il quartiere. La battaglia contro la ghettizzazione è per ottenere finalmente collegamenti pedonali e ciclabili e trasporti a portata di tutti e servizi socio-sanitari per affrontare le tante problematiche di salute che vedono molte persone abbandonate dai servizi pubblici. Vogliamo discutere del riconoscimento degli spazi sociali per i percorsi educativi, ricreativi e culturali della cittadinanza e finalmente dotare la piazza del quartiere con aree attrezzate anche per i bambini".