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A Palazzo Reale si svelano i segreti del dipinto di San Ranieri

Iniziativa della Fondazione Maria Luisa de’ Medici con il Patrocinio del Comune di Pisa, l’opera sarà esposta fino al 28 febbraio

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C’è un pezzetto di storia pisana, di arte e di devozione, che ora viene raccontato e presentato alla città, oggi alle 16.30 a Palazzo Reale, per iniziativa della Fondazione Maria Luisa de’ Medici con il patrocinio del Comune di Pisa. Questa è la storia di come nacque il dipinto di San Ranieri nella Cappella a lui dedicata in Duomo e che rappresenta la sua Vestizione ed è opera, nel 1711, di Benedetto Luti. La Fondazione, della quale è presidente Alexia Redini, ha acquisito in maggio uno dei disegni preparatori che resterà esposto a Palazzo Reale fino al 28 febbraio. Cinzia Maria Sicca, ordinario di Storia dell’Arte dell’Università di Pisa, ricostruisce la storia del bozzetto di San Ranieri. "Si tratta di un foglio a penna e inchiostro bruno, con tracce consistenti di carboncino rosso". Prima di questo, Luti aveva sottoposto alla Deputazione dell’Opera un’altra versione, databile tra il 1705 e il 1706, ora conservata a Palazzo Reale. Il bozzetto della Fondazione è in pratica l’anello mancante della sequenza di revisioni prima di arrivare al quadro finito. "La produzione del quadro – racconta Sicca - si protrae a lungo, perché Luti aveva altre commissioni importanti a cui dedicarsi. Mettendo insieme tutti i documenti e osservando in sequenza i disegni di Palazzo Reale e quello della Fondazione si vede bene che in un prima versione il santo era inginocchiato di fronte all’altare con sacerdoti e personaggi che formano un semicerchio, nella seconda, invece, il sacerdote ha le spalle voltate a San Ranieri e gira verso di lui solo la testa, sollevando un panno che rappresenta la sua tipica pelurica". A testimonianza di questa ‘virata’, la storica dell’arte cita una lettera inviata il 7 maggio 1712 da Luti a Domenico Cosi Del Voglia, responsabile della commissione del quadro, in cui scrive: ‘mi faccia sapere come i signori deputati ritroveranno la mia idea rispetto alla prima che era stata presentata’. "Il disegno e il cambiamento di rotta – spiega Sicca - sono insomma facilmente databili". Fra le particolarità evidenziate dalla storica dell’arte ci sono anche due marchi di collezione antica, uno del pittore inglese Jonathan Richardson il vecchio e l’altro del grande ritrattista inglese sir Joshua Reynolds. "Si tratta di due importanti collezionisti del ‘700 che entrano in possesso di questo disegno – racconta la storica -. Sarebbe interessante approfondire la storia dei suoi passaggi di collezione in collezione, per capire come esso dall’Inghilterra poi ritorna in Italia e arrivi al Sestieri".

Alla presentazione di oggi alle 16.30, intitolata "Il primo pensiero. Un disegno preparatorio per La vestizione di San Ranieri di Benedetto Luti" assieme a Cinzia Maria Sicca e alla presidente della Fondazione Alexia Redini, ci saranno il direttore del Museo di Palazzo Reale, Pieluigi Nieri e la storica dell’arte Maria Giulia Burresi, che parlerà di "Bozzetti, modelli e copie dei ‘quadroni’ del Duomo: restauri, riconsegne e musealizzazione". L’evento sarà anche l’occasione per presentare la prima monografia dedicata al più grande pittore della seconda metà del 700 a Pisa, "Giovanni Battista Tempesti" (Pacini Editore), con il suo autore, Stefano Renzoni, noto storico dell’arte.

Eleonora Mancini