Un seminario sulla letteratura greca e l’Iliade scatena un botta e risposta a distanza tra l’associazione ultracattolica Pro vita & Famiglia e la Nomale. La prima accusa la scuola d’eccellenza pisana di avere proposto un incontro condotto in chiave "queer e trans" e chiede al ministro dell’università e della ricerca, Anna Maria Bernini, "di garantire la serietà dell’offerta formativa di alto livello in Italia, impedendo che le università italiane diventino campi di rieducazione ideologica di massa a uso e consumo di minoranze esaltate e a danno del diritto all’istruzione degli studenti".
"La ricerca - replica la Normale - è e deve essere libera. Le metodologie e gli approcci cambiano. Alcuni approcci potranno sembrare più o meno convincenti a chi verrà dopo di noi. Non tutte le persone della comunità della Normale condividono ogni parola e ogni opinione di chi parla qui da noi. Ma ascoltiamo, parliamo e riflettiamo. Questo si chiama democrazia. Questo si chiama libertà. Questo si chiama discussione scientifica".
"Vietare e censurare - prosegue l’istituzione accademica pisana - è il contrario di democrazia, libertà, ricerca. Sono valori, questi, che la Scuola Normale, quale istituzione formativa, rivendica con forza". Secondo la Scuola, "l’ospite che ha tenuto il seminario su Achille, studioso del Merton College di Oxford, ha giustamente osservato che in una Iliade che riconosce solo due generi, maschile e femminile, l’eroe affronta la morte di Patroclo con comportamenti più vicini ai ruoli che la società di allora assegnava alle donne (ad esempio il lamento funebre)". Inoltre, aggiunge la Normale, "dire che Achille non si conforma del tutto al comportamento che ci si attende da un personaggio maschile punge nel vivo, ma parlare di questo non significa imporre alcuna scelta di vita o di valori e la letteratura antica, greca e latina, parla di Ermafrodito, insieme maschio e femmina; parla di Achille, e di molti altri maschi del mito o del teatro, travestiti da donna".
"I prossimi seminari di letteratura greca - conclude la nota - verteranno su problemi interpretativi e filologici nei carmi autobiografici di Gregorio di Nazianzo, sperando di non essere accusati di mettere la letteratura greca al servizio dell’ideologia dei vescovi cristiani".