"Acqua a rischio contaminazione". Analisi di Greenpeace a Pisa: "Sospette sostanze cancerogene"

Parte dalla nostra città la campagna "senza veleni" dell’organizzazione internazionale ambientalista "Trovati a fine luglio dei residui nocivi a Lucca, potrebbero essere anche qui per gli scarti delle industrie" .

"Acqua a rischio contaminazione". Analisi di Greenpeace a Pisa: "Sospette sostanze cancerogene"

Parte dalla nostra città la campagna "senza veleni" dell’organizzazione internazionale ambientalista "Trovati a fine luglio dei residui nocivi a Lucca, potrebbero essere anche qui per gli scarti delle industrie" .

di Mario Ferrari

PISA

Le acque di Pisa potrebbero essere contaminate da alcune sostanze chimiche nocive. Per questo è iniziata ieri la spedizione "Acque senza veleni" di Greenpeace Italia che, partita da Pisa, nelle prossime cinque settimane toccherà 220 città in tutte le regioni per raccogliere campioni di acqua potabile alla ricerca delle Pfas (sostanze poli-e per-fluoroalchiliche), dannose per la salute conosciute come "inquinanti eterni". Le Pfas sono infatti scarti delle aziende manufatturiere come la carta, il tessile, l’area fluorovivaistica ma soprattutto il cuoio e la pelle, molto comuni in provincia di Pisa. Nello specifico, queste sostanze possono essere utilizzate durante alcuni cicli produttivi (come quelli per rendere la pelle impermeabile) e depositarsi dunque negli scarichi dei distretti industriali, finendo poi nei fiumi. Una volta dispersi nell’ambiente, i Pfas si degradano in tempi lunghissimi e possono inquinare fonti d’acqua, aria e coltivazioni e arrivare direttamente nel nostro corpo, con gravi rischi per la salute. Una di queste sostanze infatti, il Pfoa, è stato classificato come cancerogeno. Inoltre, l’esposizione a diverse molecole Pfas può causare problemi alla tiroide, diabete, danni al fegato e al sistema immunitario, cancro al rene e ai testicoli e impatti negativi sulla fertilità.

"Solo pochi mesi fa abbiamo denunciato la presenza di Pfas in diversi corsi d’acqua toscani - afferma il responsabile della campagna "Acque senza veleni", Giuseppe Ungherese -. Abbiamo già trovato queste sostanze in alcuni campioni raccolti poche settimane fa a Lucca e Capannori, ma temiamo che anche a Pisa possano esserci. Chiediamo con urgenza alle istituzioni locali e nazionali di garantire acqua pubblica sicura per tutti: vogliamo bere acqua pulita, libera da veleni".

A fine luglio, Greenpeace ha infatti già prelevato dei campioni di acqua potabile a Lucca e Capannori, e i risultati, seppur preliminari e da confermare ulteriormente, evidenziano la presenza di queste sostanze in entrambi i punti di prelievo. "La concentrazione delle Pfas analizzate - continua Ungherese - era di 54,2 nanogrammi per litro a Lucca: quantità che, in altri Paesi, non sarebbero considerate sicure per la salute umana". Da qui dunque l’appello dell’organizzazione: "Sebbene i valori di Lucca rispettino la direttiva europea che entrerà in vigore in Italia dal 2026, si tratta di una situazione da monitorare con attenzione. L’assessora regionale alla salute Monni non aveva considerato le Pfas una priorità, ma il problema non va preso sottogamba: la Regione si attivi per introdurre provvedimenti sulle fonti inquinanti". L’obiettivo di Greenpeace è realizzare la prima mappatura indipendente della contaminazione dell’acqua potabile a livello nazionale. I dati relativi ai campionamenti saranno diffusi a inizio 2025.