Lutto nel mondo del calcio pisano. Si è spento all’età di 88 anni Benito Davanzati, un pezzo di storia del pallone nostrano, molto amato nella sua Umbria, a Città di Castello. Terzino sinistro, è stato a lungo protagonista, specialmente negli anni ‘60 dalla Serie A alla Serie D, vestendo la casacca del Pisa, del Pontedera, della Spal, del Perugia, del Città di Castello e del Figline Valdarno, dove ha concluso la sua carriera di calciatore. Davanzati è stato anche un famoso edicolante a Città di Castello, dove ha venduto i giornali fino al 2004. alla chiusura dell’attività. Per le sue progressioni sulla fascia è stato soprannominato "Ribot", il nome del noto cavallo che morì proprio il giorno in cui Davanzati si ritirò dal calcio professionistico.
Nel suo periodo in nerazzurro, giocando contro il Perugia, si scontrò con Ilario Castagner, riportando la frattura del cranio e rimanendo per due giorni in coma. Di quell’episodio raccontò: "Nessuno del Perugia venne a sincerarsi delle mie condizioni. Fu lo stesso Castagner a rimanerci male". Con la maglia del pisa ha disputato 102 partite segnando un gol, dal 1961 al 1965. Ritiratosi come calciatore nel 1972, ha anche rappresentato l’Italia a Giochi Senza Frontiere. Fu tra i protagonisti della promozione in Serie B del Pisa nel 1965, spianando la strada poi alla proprietà donati che, nel 1968, portò i colori del Pisa in Serie A.
Nel suo periodo a Pontedera vinse il campionato, contribuendo con 50 presenze in due anni. I funerali, svoltisi ieri, hanno visto la partecipazione di tante figure del calcio umbro e non solo. Raggiunto telefonicamente dalla redazione, l’ex compagno di squadra Fabrizio Barontini, leggenda del calcio pisano nonché calciatore nerazzurro con il maggior numero di presenze nella storia (318), lo ha voluto ricordare così: "Sono stato avvertito da mio figlio Federico che ha giocato proprio a Città di Castello - racconta Barontini - Benito era una roccia atleticamente, davvero una bestia, un giocatore molto forte per i tempi. Una volta, quando in squadra con noi c’era anche il compianto Gianni Bui facevamo anche un po’ di corsa a ostacoli sui muretti e Bui si fece male, perciò furono multati tutti e due, perché l’idea fu di Davanzati. Porto alla famiglia il saluto di tutti i suoi ex compagni Gasparroni, Piaceri, Mascalaito, e gli altri".