CARLO BARONI
Cronaca

Adozioni internazionali, maxi truffa. Condannato il vertice della Onlus

Bambini asiatici usati per mettere in piedi il raggiro. Quattro anni alla presidente dell’«Airone»

L’indagine a Pisa è stata svolta dalla squadra mobile

Pisa, 28 luglio 2020 - Il pubblico ministero Daniela Pischetola aveva chiesto 7 anni e mezzo di carcere, concludendo la sua lunga requisitoria - circa tre ore - davanti il collegio del tribunale di Savona, citando alcune delle dichiarazioni sofferte, rese tra le lacrime, dalle coppie che avevano intrapreso un percorso per diventare genitori, e poi si sono accorti di essere finiti al centro di un inganno internazionale, uscendone con il portafoglio sgonfio, ma soprattutto con il cuore graffiato. E risentire quelle frasi, con la voce appassionata e decisa, della pubblica accusa, aveva creato tra le parti civili - presenti alla discussione - un clima di commozione misto a rabbia.

Dopo una lunga camera di consiglio i giudici hanno invece inflitto quattro anni di reclusione - nel processo sui raggiri delle adozioni in Kirghizistan - a Silvia La Scala, 71enne, presidente della Onlus Airone con sede legale ad Albenga (che aveva una sede anche a Pisa) finita nel mirino della procura dopo la denuncia delle coppie che avevano pagato ingenti somme di denaro nella speranza di adottare bimbi kirchizi. Alla pena detentiva si è aggiunta però anche quella del pagamento di 50 mila euro di provvisionale ad ognuna delle 8 parti civili, oltre le spese processuali e 1400 euro di multa. Assolta invece, per non avere commesso il fatto,l’interprete-collaboratrice Inna Troukhan, 49enne, per la quale la Procura aveva chiesto 5 anni, e che si è sempre detta estranea ai fatti. Secondo gli inquirenti, i vertici dell’associazione "Airone" che era autorizzata ad operare nel settore dalla Cai (Commissione per le Adozioni Internazionali), mandavano le coppie in Kirghizistan con la promessa che la procedura per i bambini sarebbe stata semplice e veloce. I bambini che però erano stati associati alle famiglie italiane non erano adottabili e, in alcuni casi, erano già stati dati a coppie statunitensi.

Le coppie, aspiranti genitori che si erano affidati alla onlus, non sapendo a che cosa andavano in conto, continuavano a versare importanti somme di denaro. I genitori avrebbero partecipato, una volta sul posto, a incontri fasulli, a loro insaputa, anche con sedicenti giudici locali per far credere che l’iter stava andando avanti e che quello a cui stavano assistendo erano veri iter burocratici di legge. Era tutto un raggiro, secondo l’accusa. Il caso era scoppiato nel 2012 con l’arresto del ministro dello Sviluppo sociale del Kirghizistan, della referente di Airone, Venera Zakirova, e la fuga di Alexander Angelidi. E quando scattò la prima denuncia in Italia nel 2013 - fatta dalla coppia pisana, Alessia Raglianti e Tiziano Bernardini (assistiti dall’avvocato Tiziana Mannocci) se ne aggregarono altri a ruota anche da Roma e da Bergamo: tutti genitori "traditi" e che quel tradimento lo hanno tradotto in denunce e poi nella costituzione di parte civile. © RIPRODUZIONE RISERVATA