SAVERIO BARGAGNA
Cronaca

Aggrediti e rapinati col coltello alla stazione

Disavventura a Pisa per tre 14enni. Il racconto di una mamma: "Sono ancora terrorizzati, faremo la denuncia stamani". I soccorsi della Polfer

di Saverio Bargagna

Tre ragazzini viareggini rapinati col coltello alla stazione di Pisa. Un pomeriggio di terrore e sangue lungo la linea ferroviaria, perché a Pisa c’è stata un’ulteriore aggressione. A inquietare è la dinamica della rapina e la giovanissima età delle vittime. A raccontare il fatto è la mamma di uno dei ragazzini coinvolti "ormai chiuso nel più assoluto mutismo". E’ il primo pomeriggio quando tre 14enni di Viareggio intendono fare una passeggiata a Pisa. Salgono sul treno e scendono alla Stazione San Rossore: "E appena si lasciano alle spalle il ristorante McDonald’s si rendono conto di essere pedinati da una banda di giovani stranieri più grandi solo di qualche anno". I tre amici della Versilia si spaventano a morte e provano a seminare gli inquietanti inseguitori.

"Ma la loro ingenuità – racconta la mamma – mostra l’estrema purezza di questi ragazzetti. Hanno così paura a chiedere aiuto che ritengano che l’unica soluzione possibile sia quella di camminare il più velocemente possibile per fare ritorno alla Stazione, salire su un altro treno e far ritorno a casa". Ma il ‘piano’ non funziona. "Dove sia avvenuta esattamente l’aggressione non saprei dirlo – spiega la mamma – perché non siamo di Pisa, però più o meno nei pressi della stazione". Qui la banda è entrata in azione: "Uno dei ladri ha estratto un coltello di marca Opinel e l’ha puntato alla pancia di mio figlio. Quindi ha detto: ‘Ti sbuzzo e non ci sei più’. A quel punto ha preteso da lui e da tutti gli amici il portafoglio".

Le forze dell’ordine sono state allertate, ma la denuncia sarà formalmente presentata soltanto questa mattina: "I ragazzi sono stati accompagnati a casa dalla Polfer ed erano troppo provati per poter parlare subito". Lo sfogo conseguente è comprensibile: "Mi chiedo come sia possibile che tre ragazzini, in pieno giorno, si trovino a vivere una simile esperienza in una città come Pisa. Sono poco più che bambini: innocui e tranquilli e hanno vissuto una esperienza che li segnerà. Mio figlio, l’unica cosa che è riuscito a dirmi è stata la marca del coltello che ha visto poggiare sopra la propria pancia: ‘Opinel’, mi ha ripetuto tante volte. Spero che le istituzioni prendano atto di questi episodi ponendovi al più presto rimedio". Una bruttissima avventura che difficilmente, per un po’, spingerà i tre ragazzi a fare ritorno a Pisa.