Aggredito col martello: tre arresti: "Mio marito sta ancora male"

Due sono in carcere, il terzo agli arresti domiciliari. Per gli investigatori, il movente è passionale. La moglie di Kais: "Avevo paura per i miei figli. Ringrazio chi ci è stato vicino, i carabinieri e il mio avvocato".

Sono stati arrestati coloro che sono ritenuti i responsabili dell’aggressione a Kais, 30enne originario della Tunisia, brutalmente aggredito in un raid mentre si trovava con la moglie nella loro abitazione a San Frediano a Settimo, Cascina, venerdì 11 ottobre. Le indagini, coordinate dal pm della Procura di Pisa, hanno permesso di identificare i due autori materiali dell’aggressione e un terzo uomo, che avrebbe svolto la funzione di "palo". Gli arrestati, tutti di origini albanesi e di età compresa tra i 30 e i 40 anni, sono stati fermati grazie all’analisi delle telecamere di sorveglianza private della zona e del sistema di videosorveglianza del Comune di Cascina, che ha consentito agli inquirenti di risalire all’autovettura utilizzata dai colpevoli. Secondo gli investigatori, l’aggressione sarebbe riconducibile a un movente passionale.

L’episodio, avvenuto nel pomeriggio dell’11 ottobre, sarebbe scaturito – secondo la ricostruzione della dinamica -, da una lite avvenuta la sera precedente in un bar. "Due uomini – aveva raccontato la moglie della vittima, Viola Puccini -, sono entrati in casa sfondando la porta della camera da letto. Armati di martello e cacciavite, hanno aggredito mio marito, colpendolo al fegato e alla testa, lesionandogli l’arteria temporale e provocandogli un ictus. Gli hanno fratturato un osso della tempia e danneggiato anche un polmone", aveva raccontato a La Nazione la moglie.

I tre sono accusati di aggressione con armi finalizzata al tentato omicidio in concorso, con l’aggravante della premeditazione. La Procura della Repubblica, insieme all’Ufficio Gip del Tribunale di Pisa, ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare per i tre indagati: per i due esecutori materiali è stata disposta la custodia in carcere, e ieri mattina sono stati condotti nel carcere Don Bosco; il terzo uomo, ritenuto il "palo", si trova invece agli arresti domiciliari.

"Mi sono tolta un peso dal cuore – ha commentato la notizia dell’arresto Viola Puccini –. Avevo paura per i miei figli e la mia famiglia. Ringrazio il mio avvocato e i carabinieri di Pontedera". Intanto, il trentenne è ora ricoverato all’ospedale di Volterra per la riabilitazione dopo essere uscito dal coma. "Gli hanno tolto i respiratori – aggiunge la moglie –; capisce a momenti, ma non sappiamo ancora se ci saranno danni cerebrali. Al nostro figlio piccolo non ho detto nulla, mentre il più grande, che ha 18 anni, è molto preoccupato e si sente responsabile della sicurezza della famiglia. Io non riesco a dormire e tutte le notti ho incubi, rivivo la scena, la rabbia e la cattiveria che ho visto nei loro occhi quel giorno non la dimenticherò mai".

Enrico Mattia Del Punta