Pisa, 23 agosto 2024 – Accusa un malore nella sala di attesa, viene soccorsa e lei aggredisce il medico e la oss. Il fatto è accaduto martedì sera a Cisanello in un reparto di chirurgia. L’Anaao: “Chiediamo a gran voce l’applicazione puntuale di protocolli con le forze dell’ordine, con le prefetture. Chiediamo che i soldi, anche se pochi, stanziati dalla Regione per installare i pulsanti di allarme previsti dalle leggi vengano spesi dalle Aziende sanitarie. Chiediamo che le Aziende agiscano e non si rimpallino compiti e responsabilità”.
Ecco il resoconto di Mauro Ferrari dell’Anaao provinciale: “Il racconto ci porta in una sala di attesa per visite ambulatoriali, a una familiare di un paziente in attesa di visita che accusa un malore e viene prontamente soccorsa dal personale in servizio. Inaspettatamente la paziente si rivolta contro i sanitari usciti dall’ambulatorio per curarsi di lei e aggredisce il medico che la stava soccorrendo e una Oss. Le conseguenze sono lievi: graffi, contusioni, ma i graffi e le contusioni più gravi e che lasciano il segno sono quelle che rimangono dentro”.
C’è poi l’aspetto sindacale, umano e professionale. “Il personale sanitario – dice Ferrari – è sempre più stanco e demotivato: il toccante sfogo che il collega aggredito ci ha inviato per mail non lascia spazio a fraintendimenti. Non serve denunciare, non serve rinunciare alla propria vita privata, non serve partecipare ad audit e riunioni che non producono altro che chiacchiere, altre riunioni e fogli di carta pieni di promesse non mantenute. Noi sanitari impareremo la lezione: fuggiremo fuori dagli ospedali ed i cittadini corretti, onesti, che ancora si fidano di chi ogni giorno mette l’attenzione alle persone ed ai loro bisogni davanti alla propria vita, ne pagheranno il prezzo più alto”.
“Non ci bastano gli ‘osservatori’ – continua il sindacalista Anaao – , se poi non vengono messi effettivamente in atto i piani per affrontare queste emergenze: annunciati in pompa magna su tv e giornali e solennemente sottoscritti in occasioni pubbliche: montagne che partoriscono topolini. Chiediamo a gran voce l’applicazione puntuale di protocolli con le forze dell’ordine, con le Prefetture. Chiediamo che i soldi, anche se pochi, stanziati dalla Regione per installare i pulsanti di allarme previsti dalle leggi vengano spesi dalle Aziende. Chiediamo che le Aziende agiscano e non si rimpallino compiti e responsabilità. Come classe medica la riflessione che dobbiamo fare è sulla delegittimazione che abbiamo subito negli ultimi decenni, dalle brunettiane ingiurie ai “fannulloni” alla perdita di un ruolo sociale di riferimento che fino a pochi anni fa ci era riconosciuto, e asciamo perdere la vuota retorica di ‘eroi’”.