CARLO VENTURINI
Cronaca

“Dottore vieni fuori che ti uccidiamo”, in 10 devastano il pronto soccorso

L’agguato a due medici a Pisa per l’attesa di un giovane con dolori addominali ma nessun rischio. La moglie brandisce l’asta della flebo, insulti sessisti, poi l’intera famiglia entra e scatena il finimondo

Il medico Michele Bardini

Il medico Michele Bardini

Pisa, 12 aprile 2025 – Minacce di morte, estintori strappati dal muro, sedie che volano, oggetti contundenti, aste brandite come clave. Non siamo in un autogrill dove si incontrano e scontrano tifoserie nemiche ma al nostro Pronto soccorso. Tutto è successo nella serata di giovedì intorno alle 20 quando un ben nutrito gruppo di persone di origine rom ha inscenato un far west dove a farne le spese sono stati una dottoressa (con offese sessiste e minacce) ed il medico Michele Bardini a cui hanno promesso di “tagliargli la gola” con una decina di persone, parenti del paziente che lo hanno “atteso” per ore fuori dal Pronto soccorso. Non c’è scappato il ferito grave grazie all’intervento di una guardia giurata, un paio di infermieri ed all’arrivo dei carabinieri (“25 minuti dopo la chiamata dal pronto soccorso”). La miccia dell’ennesimo atto di violenza, è stata una gastrite, sì una gastrite, traduzione: mal di pancia. “E’ arrivato un 50enne al pronto soccorso con dolori addominali – dice il medico -. Visitato, gli è stato assegnato un codice a bassa intensità. E’ arrivato sulle sue gambe, e se ne è andato sulle sue gambe assieme alla moglie. Era autosufficiente e giovane. Nessuna urgenza di nessun tipo”.

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Pronto soccorso emergency ospedale di Cisanello Pisa (foto di Enrico Mattia Del Punta)

Ad “indispettire” il paziente è stata l’attesa. “Tenendo conto che si trattava di un codice con bassissimo indice di urgenza, il soggetto non è rimasto più di sei ore”: dice Bardini. Il medico era appena montato di turno ed ha visto la collega del pronto soccorso nel panico “con il paziente che le gridava ripetute offese sessiste e gli era arrivato ad un centimetro dal viso”. Il medico si è frapposto in difesa della collega. E non l’avesse mai fatto. “La moglie ha preso un’asta per le flebo ed ha cominciato a menar per l’aria. Il figlio ha iniziato a riprendere tutto con cellulare e poi ha staccato un estintore dal muro facendo il gesto di lanciarlo. E’ intervenuta la guardia giurata e gli infermieri ma a quel punto, da fuori sono arrivati altri parenti del paziente. “Erano almeno una decina e sono volate sedie. Mi dicevano di uscire che mi avrebbero ammazzato e che mi avrebbero aspettato. Ci sono voluti i carabinieri per riportare almeno una calma apparente”.

Il gruppetto infatti, “come promesso” è rimasto fino alle 21 ad attendere con fare minaccioso, il medico fuori dal pronto soccorso. Interviene subito la solidarietà dell’Anaao che ha sollevato il caso, con Mauro Ferrari: “A tutti i livelli istituzionali ed aziendali, noi continueremo con forza e determinazione a portare avanti la campagna di prevenzione per questi atti di intimidazione, violenza perpetrati su chi, con senso del dovere e di responsabilità, mantiene la sanità pubblica a livelli di qualità. Non retrocederemo di un passo dal difendere e dal cercare di prevenire la violenza fisica e verbale verso operatori sanitari”.