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Il presidente della Pubblica assistenza di Pisa, Alessandro Betti
di Ilaria Vallerini
Si parte da offese e minacce per passare, in casi estremi, alle mani. Sono sempre più frequenti le aggressioni contro i soccorritori, perciò c’è chi corre ai ripari: Anpas Toscana organizza corsi di prevenzione e di difesa per i volontari, specie a fronte dei numeri recenti che hanno fatto scattare il campanello d’allarme. La stessa Pubblica Assistenza di Pisa, che continua a registrare "casi di aggressioni verbali", ha deciso di "aderire".
Presidente Alessandro Betti, qual è lo scopo dei corsi?
"Chiariamo subito che non si diventa cintura nera di karate, ci mancherebbe. Sono corsi di prevenzione e difesa dei volontari in cui vengono offerti strumenti utili alla gestione del conflitto per scongiurare l’esacerbarsi di situazioni di crisi che potenzialmente potrebbero sfociare nello scontro fisico".
E sono già partiti nelle vostre sedi?
"Siamo in attesa, ma aderiremo".
Secondo l’osservatorio regionale, nel primo semestre del 2024 sono stati 1136 i casi registrati in Toscana. Pisa dove si inserisce in questo quadro preoccupante?
"L’escalation è allarmante. Abbiamo registrato episodi di aggressioni verbali che, fortunatamente, non sono mai sfociati in violenza fisica".
Di solito dove si verificano?
"Nelle uscite a bordo dei mezzi di soccorso, per esempio, seguiamo sempre un protocollo preciso che serve a garantire la sicurezza di tutti. Magari può sembrare da chi non è del mestiere che si stia perdendo tempo, ma non è così".
E nelle vostre sedi?
"Capita. Un esempio? Se la lista degli appuntamenti su prenotazione per una visita dal medico di base è chiusa, a volte c’è chi si inalbera con i nostri volontari che accolgono i pazienti. Ci tengo a ribadirlo, i volontari della Pubblica Assistenza offrono a titolo gratuito il loro tempo libero per garantire un servizio sanitario alla comunità".
Qual è la loro reazione?
"E’ una spada di Damocle, perché non tutti sono in grado di sopportarlo. C’è chi decide di rallentare saltando un turno che rischia di restare scoperto. Al contempo la coperta si accorcia sempre di più...".
Cioè?
"E’ sempre più complicato far quadrare i conti tra costi di gestione e di manutenzione. Negli ultimi due anni abbiamo registrato una spesa aggiuntiva di 100mila euro tra energia elettrica, gas e carburante per i nostri mezzi. Non è banale, perché i rimborsi sono indipendenti dalla lievitazione dei costi. Perciò è importante ricordare che, allo stato attuale, senza i volontari una serie di servizi non potrebbero essere più garantiti".