
Medico minacciato di morte dai parenti di un paziente in sala d’attesa a Cisanello, il sindacato Anaao: "L’azienda tuteli meglio i suoi dipendenti".
"L’azienda ospedaliera si costituisca parte civile e parte lesa nei processi su violenze a sanitari. La stessa deve avere la possibilità di agire d’ufficio. Non si può scaricare il fardello della violenza e della eventuale reazione in tribunale, solo sui camici bianchi, o sui dipendenti sanitari. È l’azienda che deve tutelare in tutte le sedi il suo dipendente". Questa è la prima richiesta del sindacato Anaao (Associazione nazionale aiuti e assistenti ospedalieri) a cui segue subito la seconda con il segretario Mauro Ferrari che prosegue: "C’è l’Operazione Città Sicure? Bene. Si faccia anche una ‘Operazione Pronto Soccorso Sicuro’ con la presenza di dissuasione e prevenzione fissa, da parte di forze militari. E si potenzi anche il servizio di videosorveglianza interna".
Il sindacato, dopo aver sollevato il caso dell’ennesimo atto di violenza subito da due medici giovedì scorso, torna come promesso ad incalzare sulla sicurezza di tutti i sanitari. "Non è giusto che chi subisce lo shock di un’aggressione sul luogo di lavoro, oltre a tornare nell’ambiente che gli ha causato un trauma .- spiega Ferrari –, debba prolungare questa sofferenza psicologica anche con una querela di parte, un avvocato, date di udienza e processi. No, non è giusto. Deve costituirsi parte lesa con o senza il medico vittima, la stessa Azienda Aoup che deve agire di ufficio. Noi sindacati ci siamo, affianchiamo il più possibile il sanitario bersaglio di atti intimidatori e lesivi ma non è giusto che questa vittima sia costretta ad iniziare da solo un procedimento penale con il "nemico" fuori che lo aspetta". Sempre Ferrari aggiunge: "Ci vuole più deterrenza sia con le telecamere sia con un presidio fisso di militari. Nelle sale di aspetto, ci sono pazienti, persone fragili rispettose del nostro operato. Lo diciamo anche per loro. E’ un luogo dove tutti dovrebbero stare tranquilli perché c’è gente sofferente. Ed invece alcuni attaccano, sono violenti, sono gli stessi che si scagliano contro autisti, controllori, insegnanti. C’è un problema culturale che va curato". C’è poi un problema a monte e cioè l’intasamento del pronto soccorso.
"Lo ripetiamo e continuiamo a ripeterlo finché non cambierà qualcosa: manca la medicina di base, manca il supporto e filtro del territorio, e nessuno ci vuol mettere mano. Non si va al Pronto soccorso per un mal di pancia, si va nei presidi di territorialità, si va dai medici di base. Non ci sono posti letto a sufficienza per colmare le richieste di bassa intensità come un mal di pancia. E tutti al Pronto soccorso? Anche basta ma basta davvero. Cosa dobbiamo fare? Far partire il conto alla rovescia di quando ci sarà l’ennesima violenza? Chi il prossimo? Avanti un altro?". L’Anaao ringrazia infine i carabinieri di Pisa e le altre le forze dell’ordine intervenutedurante l’episodio di giovedi in pronto soccorso, scongiurando il peggio, e la stessa Prefettura ricordando però anche quanto sia necessario dare effettiva efficacia ai protocolli di sicurezza siglati.
Carlo Venturini