
"Se ci fosse stata la prova sarei andata io a girare la chiave della cella". Parla ancora – stavolta con una lunga intervista sul settimanale "Oggi" - Alessia Logli, la figlia di Antonio Logli, condannato a 20 anni di reclusione per l’omicidio e la distruzione del cadavere della moglie Roberta Ragusa. Logli si proclama innocente e, con il nuovo team difensivo (la criminologa Anna Vagli e l’avvocato Simone Giordano) punta alla revisione del processo. Il caso è infatti chiuso, dopo il pronunciamento della Cassazione. Ma Alessia dice che il "caso è chiuso per loro, non per me", e aggiunge nell’intervista: "Hanno fatto bene a guardare in casa nostra, ma poi dovevano farlo anche in altre direzioni – si legge – far vedere che non si fermavano sulla loro idea iniziale. Invece hanno lavorato solo su quella e alla fine lo hanno messo dentro senza una prova". Non lesina critiche la giovane figlia di Logli, che a grandi passi, si sta muovendo per crearsi un futuro nel mondo dello spettacolo. Alla domanda ce l’ha con i giudici? Lei risponde: "Anche gli avvocati hanno fatto la loro parte, questo era un caso senza precedenti che si è deciso più in tv che in tribunale. Babbo avrebbe dovuto parlare, esprimersi, farsi conoscere". Invece la strategia scelta fu quella del silenzio. Nell’intervista Alessia parla anche dei suoi progetti che condivide con il fidanzato. Parla della sua famiglia e del fatto che Antonio Logli e Sara Calzolaio, prima amante segreta e poi fidanzata, vogliono sposarsi. Sara crede che il genitore abbia il diritto di guardare avanti. Ma parla anche della madre, quella Roberta entrata nelle case di tutti gli italiani, la donna diventata un fantasma nella notte tra il 13 ed il 14 gennaio 2012 e più ritrovata: "Eravamo legate, la cercavo sempre, ho sempre fatto riferimento a lei". L’ultimo ricordo? "Le sera a cena, l’ultima cena". Poi al mattino fu tutto diverso. La casa piena di gente. E la certezza che qualcosa di grave era successo. Ieri sera del caso si è occupato nuovamente Quarto Grado.
C. B.