di Antonia Casini
I vaccini, restando così la situazione "non saranno sufficienti". Lo ribadisce, a livello locale, il presidente dell’ordine dei medici Giuseppe Figlini (nella foto).
Dottore, qual è il quadro?
"Al momento si parla di 17milioni e 800mila dosi disponibili per il servizio sanitario, se si considera che siamo quasi 60, e che i soggetti fragili con patologie e gli ultra65enni sono circa 16 milioni, è chiaro che mancheranno".
Eppure in tanti ribadiscono l’importanza di proteggersi contro l’influenza per vari motivi.
"Certo, va fatto e le campagne nazionale e regionale vanno in questa direzione. Quella della Toscana recita ‘al diavolo l’influenza!’".
Può spiegare perché è così importante?
"Non ci sono variazioni nei ceppi, non dovrebbe essere particolarmente grave, quest’anno, ma con il Covid diventa difficile fare una diagnosi differenziale. Mancano i tamponi e, in particolare, quelli rapidi. E’ complicato per le persone stare in quarantena. Si complica tutto, anche i settori della scuola e del lavoro".
E allora?
"Ci sarà la fornitura per le farmacie: 250mila a disposizione per ora per circa 20mila strutture. Significa 10-12 a farmacia, sembra quasi una presa di giro".
Quindi anche questi insufficienti.
"La campagna vaccinale partirà in ritardo, la consegna ci sarebbe dovuta già essere questa settimana. Speriamo nella prossima ma il condizionale è d’obbligo".
Che cosa non è andato?
"Come in molti altri settori, a livello nazionale, non c’è stata programmazione. Anche i presìdi sanitari per i medici si sarrebbero dovuti programmare e invece... non si capisce bene. Speriamo che il momento non si aggravi".
Le conseguenze, per ora?
"I cittadini non trovano corrispondenza per quanto riguarda gli appuntamenti che sono necessari per evitare che si creino affollamenti negli ambulatori. Gli appuntamenti saltano e bisogna riprenderli. Le persone si erano organizzata per venire. Sono inutili perdite di tempo e arrabbiature. E la colpa?".
Qualche previsione?
"Quest’anno dovrebbero essere molti di più i vaccini, speriamo che arrivino. I medici devono andarli a prendere nelle farmacie. Le cose, magari, si aggiusteranno piano piano. Ma l’inizio non è stato dei più brillanti. In italia è così, magari strada facendo si aggiusta il tiro".