
Allarme sfratti anche a Pisa: "Fasce deboli senza aiuti"
Pisa in Toscana è sul podio, dietro solo a Firenze, dell’emergenza abitativa. È la denuncia del sindacato Cgil Toscana e Sunia alla luce della recente ricerca dell’ufficio di statistica del Ministero dell’Interno. A livello regionale i provvedimenti di sfratto convalidati nel 2022 sono stati 5.978 con un aumento dello 0.61% rispetto all’anno precedente. A Pisa e provincia i dati parlano di 262 nuove convalide di sfratto e 1276 richieste di esecuzione. I dati esposti, secondo Cgil, dimostrano come la progressione del numero degli sfratti e la loro concentrazione siano mutati. "Fino a qualche anno fa – si legge nella nota del sindacato -, le esecuzioni si concentravano soprattutto nei comuni di capoluogo. Ad oggi però le esecuzioni sono endemiche su tutto il territorio regionale, con comuni che non conoscevano se non marginalmente la questione della emergenza abitativa e si trovano a dover fare i conti con strumenti del tutto inadeguati". I dati su Pisa mostrano come rispetto al 2021 ci sia stato un 94,8% in più di richieste di sfratto e gli sfratti già eseguiti con forza pubblica sono stati 274 (7,5% in più rispetto all’anno precedente). "Siamo – denuncia Sandro Imbraguglio, segretario provinciale Sunia Pisa -, senza più nessun tipo di strumento a tutela delle fasce più deboli. Anche il contributo per morosità incolpevole è stato cancellato dal governo, in più molte famiglie non avranno il contributo dell’affitto. Considerando il costo della vita, ci sarà un ulteriore crescita degli sfratti".
Al Comune di Pisa inoltre, denuncia il sindacato, il contributo per gli affitti stanziato dall’amministrazione per il 2023 non è sufficiente: "Sarà – spiega Imbraguglio -, circa la metà di quello stanziato nel 2022 e non tutti gli aventi diritto vedranno erogato il contributo affitto". Alcuni giorni fa il Comune aveva annunciato di aver stanziato 524mila euro per contribuire all’integrazione dei canoni di locazione, un aumento di 260mila euro rispetto agli anni precedenti. Il contributo, quindi, spiega la Cgil è stato aumentato a livello comunale, ma è comunque ridotto dopo il ritiro dei fondi a livello nazionale. "L’assessore Bonanno – dice Imbraguglio -, dimentica di dire perché lo stanziamento di risorse è dimezzato. Una scelta scellerata del governo Meloni e del ministro Salvini, di non rifinanziare il fondo statale per il contributo affitto, per tanto le regioni e di conseguenza i Comuni sono stati privati dei fondi necessari per garantire un contributo dignitoso".
Enrico Mattia Del Punta