"Pisa deve riconoscere appieno il privilegio che ha ad ospitare una comunità studentesca come la nostra e io farò di tutto, nell’ambito della mia delega come prorettrice alla coesione della comunità universitaria e al diritto allo studio, per far maturare questa consapevolezza. D’altronde io stessa sono un’ex studentessa fuorisede che ha scelto di restare a Pisa per viverci e so quanto questa città – per la quale ho una enorme gratitudine - sappia accogliere e aiutare i giovani nel loro percorso di crescita". La professoressa Enza Pellecchia lo dice quasi con emozione, nel contesto di un ragionamento più ampio e razionale secondo il quale "la città e i pisani devono essere coscienti e orgogliosi di questo ruolo nella vita di decine di migliaia di studenti, ecco perché intendo lavorare a un circolo virtuoso in cui anche la comunità studentesca possa restituire ciò che riceve dai pisani già nel periodo in cui sono qui per studiare". E’ forse questo l’aspetto più ambizioso dei servizi agli studenti sul quale l’ateneo punta nell’immediato futuro: "Ne ho iniziato a parlare anche con il prefetto - aggiunge Pellecchia - perché sono convinta che possiamo rendere concreto davvero lo spirito che caratterizza i nostri career lab e contamination lab dove gli studenti imparano a tradurre il loro sapere nel saper fare. Penso che questo lo si possa fare d’intesa con le istituzioni locali chiedendo contributi fattivi e concreti ai nostri studenti per mettere a frutto ciò che studiano e imparano per risolvere problemi – challenges, come si dice spesso oggi - di interesse collettivo". La prorettrice segnala, inoltre, che "quest’anno, a differenza degli anni precedenti, l’Azienda regionale per il diritto allo studio è riuscita a convocare tutti gli studenti in graduatoria per un posto nelle residenze studentesche (oltre 2300), ai quali si aggiungono coloro che percepiranno contributi all’affitto che eroghiamo grazie a risorse proprie dell’ateneo e ad altre di provenienza ministeriale; tuttavia permane il diffuso problema degli affitti non regolari, già segnalato anche dal rettore e che impedisce a moltissimi studenti di ricevere questi contributi perché non sono in possesso di regolari contratti: un tema sul quale, insieme ad altri, stiamo lavorando anche con le istituzioni locali, a partire dall’amministrazione comunale con la quale abbiamo avviato un dialogo proficuo".
Gab. Mas.