Pisa, 30 gennaio 2025 – L’armeria Cellai chiude i battenti dopo 111 anni di attività. Finisce con Emilio Cellai, 70 anni, l’avventura della storica bottega pisana iniziata nel 1913 per volere del nonno e continuata dal padre Pirro, per tutti Piero, attraversando ben tre generazioni. L’armeria, che nel 2015 aveva lasciato la sua storica sede in via San Lorenzo per trasferirsi in via Palermo, per decenni ha caratterizzato la vita del centro storico pisano resistendo ai colpi del mercato e continuando a rappresentare un punto di riferimento per tutta la città.
Signor Cellai, un pezzo di storia che se ne va...
“So che è un peccato. Guardando indietro mi vengono in mente le botteghe e i negozi storici di Borgo: ai miei tempi era un centro commerciale naturale. Oggi non è più così, le grandi catene dominano il mercato mentre i piccoli negozi spariscono, è un percorso ineluttabile perché è il commercio a essere cambiato. Anche se...”.
Dica...
“Penso che le varie amministrazioni comunali, con un po’ di lungimiranza, avrebbero potuto fare qualcosa a sostegno delle piccole e storiche attività che animavano il centro. Invece, non è stato fatto nulla e le cose stanno seguendo il loro corso naturale. Per intenderci, è ovvio che il piccolo alimentari non può competere con un grande supermercato”.
E in merito all’armeria?
“Noi abbiamo lasciato il centro storico nel 2015 e ci siamo trasferiti fuori dalla Ztl, che non consentiva ai clienti di avvicinarsi con l’auto davanti al negozio. Fuori dal centro abbiamo resistito ancora qualche anno, forse grazie al tipo di articoli in vendita. Ma anche il nostro settore, nel tempo, è profondamente cambiato”.
Cosa intende?
“Una volta la caccia era accettata da tutti. Già da un po’, invece, è vista come una cosa negativa e questo ovviamente ci ha penalizzati”.
Come vi siete difesi?
“Adeguandoci alle esigenze del mercato. A un certo punto ci siamo avvicinati al mondo dell’equitazione e per anni abbiamo venduto anche prodotti per cavalli, per poi tornare a vendere solo armi e accessori”.
Resterà un po’ di malinconia?
“Naturalmente sono dispiaciuto di aver chiuso l’attività dopo un periodo così lungo, ma è giusto così. Penso che, se anche non fosse arrivata l’età della pensione, la chiusura sarebbe stata inevitabile perché il settore della caccia sta scomparendo. Sono onorato delle manifestazioni di affetto e stima che ho ricevuto dai miei clienti, ma è arrivato anche per me il momento di voltare pagina”.