Alfonsine (Ravenna), 9 aprile 2025 – A Longastrino di Alfonsine, frazione di poche anime che traccia il confine tra le province di Ravenna e Ferrara, la casa di Gabriele Coatti e della moglie Sandra Lovato è assediata dal silenzio e dai giornalisti. Padre e madre, chiusi nel loro dolore terribile, non riescono a trovare parole di fronte alla tragedia che li ha colpiti. Accetta invece di parlare Giovanni Coatti, fratello di Gabriele e zio di Alessandro, il biologo molecolare trovato morto in Colombia. La sua voce è serena, ma il dolore composto per la perdita del nipote traspare in ogni sua frase.

Come avete appreso questa terribile notizia?
“È stato mio fratello Gabriele a dirmelo martedì mattina (ieri; ndr), lui lo aveva saputo lunedì sera. Da quel momento, per tutti noi è stato un incubo. Alla nonna lo abbiamo detto solo ora”.
Ci può parlare di Alessandro?
“Alessandro era un bravo ragazzo, una persona solare, disponibile, aperta alla vita. Era un biologo brillante, con una carriera avviata a Londra. Amava molto viaggiare, scoprire il mondo. Era in Colombia per una vacanza, un momento di relax”.
Sappiamo che si trovava sulla costa colombiana dal 3 aprile. Cosa faceva lì?
“Sì, aveva preso alloggio in un ostello del centro. Voleva godersi le spiagge, il clima. Quando non lavorava, andava in vacanza, con amici o senza. Questa volta era partito da solo. Non ci aspettavamo una fine così tragica. Dal 4 aprile non avevamo più sue notizie, un silenzio che ora comprendiamo fosse un terribile presagio”.
La polizia locale sta indagando. Avete qualche idea di cosa possa essere successo?
“Onestamente, siamo sconcertati, quello che è accaduto è surreale. Alessandro non aveva nemici, era una persona tranquilla. L’ipotesi della rapina non ci convince, non era una persona che ostentava beni di valore. Era uno ’avanti’, girava con pochi contanti in tasca, non esibiva orologi o altri oggetti preziosi. Aveva acquistato da poco un nuovo cellulare, per fare foto migliori, ma non era di quelli troppo costosi. Invece, un pensiero più oscuro ci tormenta”.
Quale?
“Quello del traffico di organi. Per come è stato ritrovato il corpo... fatto a pezzi, senza il busto. È una cosa orribile anche solo a dirla, ma in questi momenti non si riesce a escludere nulla”.
Ci sono stati dei dettagli particolari emersi dalle indagini?
“Abbiamo letto che l’identificazione è avvenuta grazie al braccialetto dell’ostello. E un dipendente dell’ostello ha raccontato che Alessandro aveva chiesto informazioni sui percorsi per la Sierra Nevada, perché voleva studiare la fauna e la flora locali. Era una sua grande passione”.
Cosa chiedete ora?
“Ci siamo affidati alle autorità italiane e colombiane. Vogliamo la verità. Alessandro aveva solo 38 anni, una vita davanti. Non riusciamo a capire perché sia successo proprio a lui. E in quel modo”.