Ammazzato sotto casa: "Gli spari, poi il sangue"

L’uomo, 37 anni, di origine albanese, è morto a pochi metri da moglie e figli "Stava per partire la processione, siamo rientrati nelle case spaventati" .

Ammazzato sotto casa: "Gli spari, poi il sangue"

I rilievi della polizia in piazza Garibaldi, a Oratoio: l’uomo è morto sul colpo (. fotoservizio Del Punta per Valtriani

I lumini sono ancora accesi, a pochi passi dal corpo del giovane ucciso. Appena uscito dal furgoncino, sono stati sparati in sequenza almeno tre colpi. "Cinque o sei alla testa", ha riferito chi si trovava vicino. E ieri sera a quell’ora c’erano più persone in attesa, in quel punto, piazza Garibaldi a Oratoio, perché la processione per Maria Santissima del Rosario stava per partire. E invece "siamo tornati tutti nelle nostre abitazioni". Agguato sotto casa, nella prima serata di domenica. Intorno alle 21 un 37enne muratore di origini albanesi è stato assassinato da "due uomini a bordo di una moto", dicono le prime testimonianze. Si è accasciato a pochi metri di distanza dalla sua famiglia, la moglie che ha urlato, e i suoi bambini.

Subito dopo, il caos. Grida, pianti e un via vai di sirene ininterrotto. Tutti i residenti si sono riversati in strada. "Com’era bella questa sera la piazza della nostra chiesa, tutta illuminata a festa. Avrebbe accolto - ancora più bella, luminosa e gioiosa - la processione della festa di Maria Santissima, Regina del Rosario. Al suono gioioso delle campane si è mischiato lo scoppio freddo di colpi mortali", scrive don Massimiliano Garibaldi. "Non abbiamo fatto la nostra processione stasera e siamo tornati alle nostre case velocemente, frastornati, stupiti, incuriositi, spaventati... Non dimentichiamoci comunque di pregare: c’è violenza in alcuni luoghi della Terra, e anche tra le nostre case e le nostre strade, perché la violenza abita il cuore dell’uomo. C’è morte, perché non riconosciamo il valore infinito della vita, dono e responsabilità impareggiabile. Ci sono fratelli che ammazzano i fratelli, lontano da noi, ma anche più vicino di quanto siamo soliti pensare, accecati da chissà quali assurde ragioni".

Adesso è la polizia, la squadra mobile, a cercare di capire il perché di questa morte e a tentare di dare un nome ai responsabili.

Un omicidio che sembrerebbe un’esecuzione, un regolamento di conti. Al setaccio il cellulare dell’uomo per capire se qualcuno lo avesse contattato nelle ultime ore, ma anche le immagini delle telecamere che si possono trovare nelle vicinanze.

Antonia Casini

Paola Zerboni