ANTONIA CASINI
Cronaca

Annegati in mare, la rabbia: "Fischiamo e ci offendono. Due morti e continuano a fare il bagno"

Riccardo Berchielli, bagnino a Marina di Vecchiano dal 2006: "Anche dopo due morti le persone hanno continuato a fare il bagno come se niente fosse, ma ieri la risacca era tremenda in alcuni punti"

Pisa, 4 luglio 2023 - Lo sforzo, le correnti, le buche. La paura. Riccardo Berchielli, presidente del progetto di prevenzione e soccorso in piedi da anni sulla costa vecchianese, "Mare sicuro", composto da bagnini volontari, sa che il mare va conosciuto e temuto. "Abbiamo fatto il possibile e l’impossibile, siamo addolorati", aveva detto da subito sulla doppia tragedia di domenica, quando la spiaggia si è trasformata in una maxi postazione di pronto soccorso con un via vai di persone e mezzi. "Nonostante questo, anche dopo due morti, le persone hanno continuato a tuffarsi nel senza capire il pericolo. E se le riprendi si arrabbiano pure".

Berchielli, com’è quella zona?

"Alla Bocca la balneazione è vietata. Non c’è sempre la solita corrente. Alla foce il Serchio gira e porta tanto limo, con le piene ne arriva molto. Si formano secche e buche anche nel tratto vicino. La corrente dalla buca porta di solito alla secca".

Ma il mare ieri era agitato?

"Non era grosso ma c’era tanta risacca. Le persone restano in balia della corrente che non porta sempre nella stessa direzione. Anche le buche cambiano di anno in anno. Certo, ci sono zone dove si formano più regolarmente. Prima tocchi, poi improvvisamente non più. E ti prende il panico. Chi conosce il mare sa che è inutile contrastare la corrente. In certi punti porta fuori, ma di solito verso una secca".

E, allora, che cosa fare?

"D’istinto, chi è in difficoltà cerca di tornare da dove è venuto e invece bisogna farsi trasportare. Perché con onde, come quelle di ieri, di 70 centimetri ci si stanca velocemente. Basta bere 2-3 boccate d’acqua. Lo sforzo fisico è notevole e ci sta che subentri un malore. I bagnini sfruttano la corrente perché conoscono il litorale. Uno dei salvati si è lasciato trasportare ed è arrivato a 500 metri dalla riva ma così è stato recuperato dalla Capitaneria".

Ma non è facile.

"Quasi tutti vengono colti da crisi di panico, infatti non riescono a lasciarci il polso neppure quando li abbiamo ormai riportati a terra".

Come prevenire?

"Ogni volta facciamo una riunione al mattino fra tutti i bagnini della zona. E ieri, ci siamo detti ’non facciamo allontanare la gente’. Sulla Bocca ci sono tanti cartelli in più lingue che indicano il divieto. Ignorato".

E con la bandiera rossa?

"Non diciamo ‘non fare bagno’, ma la bandiera rossa indica una situazione di allerta. Facciamo fare il bagno a una distanza facilmente raggiungibile. Ieri, anche con la barca a motore se non potente non si riusciva a raggiungere alcuni... Erano a quasi un km di distanza da dove siamo con le nostre tre postazioni. Muoversi con tanta gente è difficile, praticamente impossibile se non con il quad".

Domenica c’era tanta gente?

"Tantissima la spiaggia era piena dalla Bufalina a Bocca di Serchio. Nessuno percorre un km in più per andare dove il mare è sorvegliato, si ferma là dove arriva".

Dovete richiamare spesso?

"Richiamiamo le gente, sei volte su 10 ci mandano a quel paese. Ti va bene se non ti mettono mani addosso. Mettono a rischio anche le nostre vite. I nostri ragazzi hanno fatto di tutto: ieri hanno massaggiato il babbo 39enne per 40 minuti".

E dopo?

"Nonostante quello che era successo, molti ignoravano il pericolo. I tedeschi se li richiami escono subito. Domenica per percorrere 100 metri ci volevano 5-6 minuti, sapete quanta acqua si beve nel frattempo? Il rischio non è una cavolata è alto. E non si ignora".