di Antonia Casini
"Non volevo ucciderlo". Anziano aggredito il 5 novembre al Ps e morto dopo giorni in ospedale, il 47enne di origini romene, da molti anni sul nostro territorio e ritenuto il responsabile, è ora accusato di omicidio preterintenzionale. L’ipotesi di reato si è aggravata dopo il decesso della vittima. Il suo difensore, l’avvocato Pierpaolo Santini, ha incontrato il suo assistito in carcere dove si trova dal giorno successivo a quello del fatto. È stato rintracciato e arrestato dagli agenti delle Volanti. "Quando gli è stato detto che l’uomo è morto si è messo a piangere. Non ricorda nulla di quel momento", spiega il legale. L’uomo abita a San Giuliano "in un garage riadattato dal fratello". Qui sul territorio ha anche i genitori.
Giorgio Tani quel giorno si trovava al Pronto soccorso dove era stata portata la moglie che ha problemi di salute. Stava aspettando il figlio che era andato a prendere l’auto per tornare a casa". All’improvviso il 47enne, arrivato con il 118 perché in forte stato di agitazione per l’assunzione di alcol, secondo quanto ricostruito dalla polizia e grazie alle immagini delle telecamere, si è avvicinato al 79enne e lo ha spinto con la mano. Giorgio, muratore in pensione, "persona mite e molto apprezzata", è caduto a terra sbattendo la terra. È apparso subito grave.
Il 47enne "è stato al Serd in passato per la sua dipendenza – prosegue il legale – ma non ha poi intrapreso un percorso". In Romania, anni fa, lui stesso avrebbe "sbattuto la testa rimanendo in ospedale per due mesi".
Nelle prossime ore si terrà l’autopsia sul corpo di Giorgio che si trova a Medicina legale. Poi, la famiglia penserà al funerale.
I figli hanno chiesto nei giorni scorsi che "non succeda mai più" un fatto simile. Nel paese, a Orzignano, dove abitano, si sta portando avanti una raccolta fondi da destinare alla memoria di Giorgio, "sempre disponibile con tutti". Il punto di riferimento per l’iniziativa è la macelleria Giovanni e Sabrina.
Molte le attestazioni di vicinanza. "Una persona mite e cordiale. Mite come i figli. Nessuno può fermare una vita in quel modo", ripetono i suoi concittadini.