Pisa, 16 novembre 2024 – Si è spento poco prima delle 14 Giorgio Tani, che a dicembre avrebbe compiuto 80 anni. Era ricoverato in fin di vita da giorni, dopo aver ricevuto una spinta ed essere caduto per terra sbattendo la testa nella sala d’attesa del Pronto soccorso di Pisa. Per quel fatto, avvenuto la sera di martedì 5 novembre, il giorno dopo è stato arrestato un 47enne di origini romene che era stato portato al Ps dal 118 perché in forte stato di agitazione per aver assunto alcol.
Era già conosciuto dai sanitari per questo problema. Il signor Tani “un gran lavoratore”, avevano spiegato i parenti, si trovava a Cisanello dove era stata ricoverata la moglie, che ha un’importante disabilità. “Entra che fuori fa freschino”, gli aveva detto il figlio che era andato a recuperare l’auto al parcheggio per riportare il babbo a casa, nel comune di San Giuliano Terme (in provincia di Pisa).
All’improvviso, come mostrano le immagini della videosorveglianza, il 47enne si era avvicinato e aveva messo una mano sulla spalla dell’anziano spingendolo. Giorgio era finito a terra sbattendo violentemente la testa. “Non pensate a me, come sta mia moglie?”, aveva chiesto al personale sanitario che lo aveva soccorso. La coppia, 60 anni insieme, si era rincontrata in ospedale nei giorni seguenti e salutata un’ultima volta prima che Giorgio entrasse in coma. “Mio papà aveva dei problemi di salute – aveva commentato il figlio – ma avrebbe vissuto ancora altri anni. Anni che avrebbe potuto passare con mia madre, che accudiva giorno e notte, e con tutti noi. Siamo condannati a un ergastolo di dolore. Quell’uomo non doveva stare lì”.
E aveva parlato di “omicidio” nel caso in cui il padre fosse morto. In effetti, adesso l’ipotesi di reato, fino a ora lesioni gravissime, cambierà. L’aggressore era stato allontanato dal Ps, dalla polizia, dopo l’aggressione. Solo in seguito agli accertamenti medici e al ricovero della vittima, le Volanti avevano potuto eseguire il fermo dell’uomo che si è poi trasformato in arresto in carcere, convalidato. “Non ricordo nulla”, aveva detto da subito. Molti i commenti su questa tragedia, tra cui quello dei vertici dell’associazione dedicata alla memoria della psichiatra uccisa a Pisa, Barbara Capovani, quando ancora Tani era in vita ma gravissimo.
“Vogliamo esprimere solidarietà alla famiglia della persona aggredita e riteniamo fondamentale sottolineare nuovamente l’importanza di accendere un faro sugli aspetti del sistema che non funzionano e che necessitano cambiamenti significativi al fine di prevenire ulteriori atti di violenza in ambito sanitario e non”.