di Francesco Paletti
PISA
Sicuramente per più di mezzo secolo. Forse per poco meno di uno. In ogni caso sarà una concessione del diritto di superficie di lunghissimo periodo a regolare i rapporti fra l’amministrazione comunale e il soggetto che gestirà la nuova Arena Garibaldi. CHe l’orientamento fosse quello era già emerso chiaramente, quanto meno dai desiderata esplicitati nelle settimane scorse da Alessandro Pasquarelli, l’amministratore delegato della Yard, la società cui il Pisa ha delegato la gestione del progetto stadio. La conferma è arrivata dal sindaco Michele Conti: "Daremo in concessione il diritto di superficie del nuovo impianto per un periodo ancora da definire ma che dovrebbe essere compreso fra i 60 e i 90 anni" ha detto il primo cittadino intervenendo in terza commissione consiliare per proseguire la discussione avviata due settimane fa. Quella formalmente, dedicata al futuro del club nerazzurro dopo il cambio al vertice della società con l’arrivo del finanziere russo-americano Knaster. Anche se siffatto, l’argomento principale è stato il futuro dell’Arena Garibaldi. Inclusa la garanzia che quello di Porta a Lucca rimanga lo stadio del Pisa anche negli anni a venire. "Ma i nerazzurri continueranno a giocare all’Arena anche con la nuova concessione?" ha domandato il consigliere Giovanni Pasqualino (Lega). "è un vincolo che può essere inserito nell’atto di concessione, cosa che probabilmente faremo" ha risposto il primo cittadino. Ma i tempi, invero, sono ancora prematuri. L’amministrazione comunale, infatti, è ancora in attesa del progetto esecutivo e del Pef, conditio sine qua non per proseguire l’iter che dovrà condurre alla ristrutturazione del principale impianto sportivo cittadino: "So che ci stanno lavorando alacremente, ma ad oggi (ieri ndr) ancora non sono stai consegnati – ha confermato Conti -: appena li avremo, convocheremo un tavolo di lavoro con tutti gli uffici tecnici competenti del comune per una compiuta valutazione. Siamo pronti ad avvalerci delle consulenze esterne che saranno ritenute necessarie" Sullo sfondo, resta la spada di Damocle del ricorso al Tar sulla variante urbanistica presentato dalla "Città Ecologica". "È vero che il Comune ha espresso parere contrario alla possibilità di anticipare il giudizio del tribunale amministrativo? E per quale ragione?" hanno chiesto i consiglieri comunali Auletta (Ucic) e Picchi (Pd), con il primo che ha annunciato una richiesta di accesso agli atti all’avvocatura civica per conoscerne le motivazioni. "E’ questione tecnica che compete agli uffici" ha tagliato corto il primo cittadino. Una risposta che non ha convinto troppo le opposizioni: "Sarebbe bene – hanno detto Auletta e Picchi- sgombrare il campo da possibili pendenze giudiziarie".