MICHELE BUFALINO
Cronaca

Arena, ok il prezzo è giusto. Il piano del Pisa per l’acquisizione

La società è pronta a sfruttare i vantaggi previsti dalla “Legge sugli stadi”: la prossima mossa è il Pef. Intanto se i nerazzurri dovessero salire in Serie A non ci sarebbero problemi: c’è una deroga sulla capienza

Il patron Alexander Knaster

Il patron Alexander Knaster

Pisa, 14 dicembre 2024 – Arrivano segnali positivi dopo lo studio presentato dal Comune sul valore dell’Arena Garibaldi. La società nerazzurra infatti, ha preso atto della stima dello stadio di circa 4,3 milioni di euro presentata da Avalon e ieri ha ricevuto formalmente l’intero dossier dal Comune. Due le strade che potrebbe percorrere il Pisa: la prima è quella dell’asta pubblica, la seconda è quella di seguire l’iter previsto dalla ’Legge sugli stadi’. La società sarebbe orientata proprio su quest’ultimo aspetto, preferendolo all’asta. Il decreto legislativo del 28 febbraio 2021 semplifica molto infatti l’iter per l’intervento di ammodernamento di uno stadio. Seguendo questi passi nei prossimi mesi la società presenterà uno studio di fattibilità, corredato da un piano economico finanziario adeguato in grado di sostenere la spesa.

L’investimento previsto dal patron Alexander Knaster dovrebbe ammontare tra i 30 e i 40 milioni di euro, ai quali saranno sommati al Pef i 4,3 milioni del valore attuale definito da Avalon. La società attualmente è a lavoro coi propri tecnici per rendere sostenibile il piano economico finanziario. La legge sugli stadi inoltre prevede che – una volta trovata l’intesa tra l’amministrazione pubblica, in questo caso il Comune di Pisa e il soggetto privato , per l’appunto il Pisa –, quando il Pef verrà ritenuto idoneo anche dopo una specifica conferenza di servizi, solo una volta che il progetto verrà portato a compimento, dopo aver dato specifiche garanzie sulle tempistiche, il Pisa diventerà proprietario dell’impianto. Di fatto una tutela sia per il Comune, sia per la società che, da legge, potrà anche sfruttare alcuni scorpori e vantaggi come l’abbattimento di alcune spese o agevolazioni per rendere l’investimento profittevole e il Pef sostenibile. In cambio potrebbero essere previsti da parte della società interventi per migliorare l’integrazione urbana dello stadio, con la creazione di aree verdi e spazi pubblici utilizzabili anche al di fuori degli eventi sportivi (come fatto dall’Atalanta a Bergamo).

Ragion per cui non stupisce l’inserimento dell’area con valore della potenzialità edificatoria anche a uso commerciale di 5100 metri quadrati e pari a un valore di 770 mila euro, con conseguente ‘casa del custode’ per ampliare anche gli orizzonti della trattativa per l’Arena, in aggiunta al valore puro dello stadio (3,5 milioni di euro). Infine un’altra buona notizia. Se il Pisa andasse in Serie A, la deroga sulla capienza sarebbe automatica consentendo l’utilizzo dell’impianto nonostante le attuali carenze strutturali aggirando anche lo scoglio minimo dei 12mila spettatori, a causa di due specifici parametri: Pisa è città inferiore ai 100mila abitanti e la squadra di calcio manca dalla Serie A da più di trent’anni.

La capienza è quindi un aspetto che non rappresenta una criticità. Permangono invece alcuni impedimenti strutturali che preoccuperebbero maggiormente la società per realizzare gli adeguamenti per la tribuna stampa, gli studi televisivi e i tv compound, oppure gli spogliatoi. Superato questo scoglio la deroga sarebbe una formalità, ma è necessario operare su questo aspetto il prima possibile.