Arrestato usuraio con il reddito di cittadinanza

L’uomo aveva prestato soldi ad un imprenditore edile in crisi applicando interessi fino al 65%. Il blitz della Guardia di Finanza. .

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di Carlo Baroni

Si erano conosciuti per la comune fede religiosa. Tant’è che quando il 60enne finito in manette per usura ed estorsione si trovava ai domiciliari per altra vicenda – un tentato omicidio, si apprende, avvenuto anni fa – la vittima, un piccolo imprenditore edile, 45enne della provincia di Livorno, andava a casa sua per fargli compagnia con letture e preghiere. Fu quando la crisi colpì la piccola azienda, che il 60enne offrì il suo aiuto economico rivelatosi poi un giogo dal quale la vittima è riuscita ad uscire solo rivolgendosi alla Guardia di Finanza. Le richieste di denaro si facevano sempre più insistenti, applicando interessi fino al 65%. Il fare minaccioso dell’usuraio avrebbe visto un crescendo proprio negli ultimi tempi: "Lo sai perché sono stato in carcere...". Parole chiarissime con cui accompagnare le richieste.

Disperazione e stanchezza sono i sentimenti che hanno spinto l’imprenditore a denunciare una situazione che era divenuta insostenibile. Il prestito, contratto nel mese di giugno del 2017 – è emerso dall’attività d’indagine della Fiamme gialle – ammontante a 12mila euro, era servito per pagare fornitori e dipendenti. Fino all’operazione che ha fatto scattare le manette, l’imprenditore aveva restituito 18mila euro a titolo di soli interessi (usando anche il bonus Covid da 600 euro per le imprese) ed eseguito lavori edili per 5mila euro senza ottenere alcun pagamento. Il capitale iniziale non era ancora stato intaccato. Forse le difficoltà economiche aggravatesi con la crisi dovuta alla pandemia, forse i continui appelli delle autorità in casi come questi a rivolgersi alle forze di polizia, forse l’ultima intimazione a fare richiesta del bonus per pagare gli interessi, sono stati i motivi che hanno dato il coraggio alla vittima di presentarsi alle Fiamme gialle pisane. Dopo la denuncia, presentata lo scorso giugno, sono iniziate le indagini – coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica di Pisa, Sisto Restuccia – nel corso delle quali sono stati acquisiti numerosi riscontri alle dichiarazioni della vittima del reato. All’ennesima consegna di denaro, nell’abitazione dell’usuraio, questa volta c’erano anche i finanzieri che, alla fine, hanno fatto irruzione, procedendo all’arresto in flagranza di reato. I finanzieri si erano appostati in prossimità dell’abitazione di proprietà dell’usuraio travestiti da addetti dell’Enel. Una volta uscita la vittima sono entrati loro: nella casa è stato trovato il denaro della rata appena versata. Un soggetto apparentemente senza alcuna occupazione ufficiale, l’uomo finito in manette, peraltro titolare di reddito di cittadinanza, ma con evidenti disponibilità di liquidità. E anche in questa direzione si stanno indirizzando – si apprende – gli ulteriori approfondimenti d’indagine, per capire dal giro di conoscenze e frequentazioni dell’uomo una eventuale provenienza di liquidità dal mondo della criminalità organizzata. Inoltre sono state eseguite perquisizioni nelle province di Pisa e Livorno alla ricerca di ulteriori fonti di prova e per l’identificazione di eventuali altre vittime.

L’operazione – è stato spiegato durante la presentazione dell’indagine alla presenza del procuratore capo della Repubblica di Pisa, Alessandro Crini, e del generale, Bruno Bartoloni, comandante regionale della Guardia di Finanza in Toscana – si inserisce in una serie di iniziative di carattere operativo messe in campo dalle Fiamme gialle finalizzate ad impedire che capitali di origine illecita siano immessi nei circuiti dell’economia legale, con l’elargizione di prestiti usurari o la rilevazione di imprese in condizione di difficoltà e vulnerabilità. L’arresto è in attesa di convalida da parte del gip di Pisa.