Pisa, 11 marzo 2018 - La morte prematura di Davide Astori, il capitano della Fiorentina, ha suscitato cordoglio universale e sconcerto. Poche condizioni mediche sono più traumatiche della morte improvvisa, non anticipata da nessun sintomo, di una persona giovane, per di più un atleta e un campione dello sport e del calcio. «Nella popolazione in generale – spiegano i professori Michele Emdin, docente di cardiologia all’Istituto di scienza della vita della Scuola Sant’Anna e Marco Di Paolo dell’Istituto di medicina legale dell’Università di Pisa – c’è una grande preoccupazione per il rischio di Mci-Morte cardiaca improvvisa in soggetti giovani, anche maggiore rispetto a condizioni mortali più frequenti, come incidenti, suicidi, violenze. Nel complesso, è giustificato considerare la Mci del giovane come una condizione sanitaria di rilevanza globale».
«La morte improvvisa nei giovani è rara (incidenza stimata fra 1 e 10 casi/100mila persone/anno), ma l’impatto della Mci in termini di anni di vita persi è notevole, data la lunga aspettativa di vita di persone giovani; circa il 25 % dei casi si verifica durante attività sportiva. Fra le condizioni predisponenti identificate – spiegano i due studiosi – ci sono le cardiomiopatie, le canalopatie, i difetti cardiaci congeniti, le miocarditi, i traumi toracici, l’assunzione di farmaci o sostanze d’abuso. Nel singolo paziente, queste condizioni possono essere note oppure asintomatiche e non diagnosticate, per cui la morte cardiaca improvvisa risulta la prima manifestazione clinica. Si stima che la rianimazione cardiopolmonare e la disponibilità diffusa di defibrillatori esterni semiautomatici potrebbero prevenire un quarto della morti improvvise pediatriche e giovanili».
Quando si verifica un decesso in ambito sportivo professionistico si riaccendono inevitabilmente i riflettori mediatici sul tema e l’opinione pubblica richiede alla comunità clinica e scientifica una risposta adeguata. Una migliore conoscenza del fenomeno morte cardiaca improvvisa giovanile, frutto dell’integrazione di varie competenze, è sicuramente auspicabile: a questo riguardo Fondazione Pisa appoggia il Progetto JUST (JUvenile Sudden deaTh: JUST know and treat - Morte cardiaca improvvisa giovanile: conoscerla per prevenirla) promosso dai professori Emdin e Di Paolo che riunisce la Scuola Sant’Anna, l’Università, la Fondazione Monasterio, l’Azienda Ospedaliero-Universitaria e l’Usl Nordovest e che riunisce cardiologi, genetisti, medico-legali, anatomopatologi proponendosi di espandere la conoscenza del fenomeno, di definire strategie di prevenzione e di elevare gli standard di diagnosi, prevenzione e terapia.
Il progetto Just prevede la creazione di un registro dei casi di morte improvvisa, la standardizzazione delle procedure autoptiche, la messa a punto di una strategia di intervento ai fini di prevenzione primaria mediante sensibilizzazione dei medici e della popolazione generale al problema, screening mirati (medicina sportiva, psichiatria, ambiente scolastico con iniziative pilota), la programmazione della diffusione delle tecniche di basic life support (rianomazione cardiopolmonare) per laici, la messa a punto di campagne educazionali sui social; la definizione di flow-chart per i soggetti a rischio (familiari di pazienti andati incontro a morte improvvisa o di soggetti con condizioni predisponenti), che si avvalgano di diagnostica genetica, valutazione bioumorale, analisi di segnale, tecniche di imaging, sino alla analisi istopatologica di reperti bioptici ed autoptici. In particolare, la costituzione di uno specifico registro dei casi di morte cardiaca improvvisa giovanile appare fondamentale, dato che attualmente non esiste un’informazione controllata in quest’ambito, per i caratteri di genericità ed aleatorietà delle informazioni presenti nei registri di morte esistenti.