Pisa, 3 dicembre 2024 – “È da quando Galileo ha ispirato il metodo scientifico moderno che i ricercatori di tutto il mondo comunicano i risultati dei loro studi pubblicandoli su riviste scientifiche internazionali. In questo modo la conoscenza umana avanza, e si trasferisce in ogni campo dagli ospedali, all’industria. Eppure l’Università di Pisa ha deciso di cancellare la sottoscrizione a gran parte di queste riviste lasciando i ricercatori nell’impossibilità di leggere i lavori altrui o pubblicarne di nuovi ad accesso aperto per la comunità scientifica”. L’annuncio arriva direttamente da Claudio Colaiacomo, vice presidente con delega alle relazioni istituzionali del gruppo olandese Elsevier, editore di testate in ambito medico e scientifico, che dice di avere già “raccolto le preoccupazioni della comunità scientifica dell’ateneo pisano”. La ragione della scelta sarebbe da ricercare nelle difficoltà finanziarie dell’ateneo alle prese con i recenti tagli del fondo di finanziamento ordinario.
Che cosa comporta questa decisione?
“Le università nel mondo hanno accesso a riviste come Lancet, Nature e Cell Press, per citare le più note, in forma elettronica per pubblicare nuove ricerche e per rimanere aggiornati. L’accesso a questa forma di comunicazione è un elemento fondante del fare ricerca. La scelta di Pisa può minare l’alto prestigio dell’ateneo, tra i più antichi e prestigiosi d’Europa, con impatto negativo per l’università e la sua comunità. Uno degli effetti sarà il mancato accesso alle riviste scientifiche più importanti del panorama accademico. Parliamo di milioni di articoli. Solo per Elsevier, i ricercatori perderanno 750 mila consultazioni all’anno, una grave limitazione per la loro attività di ricerca”.
Con quali conseguenze pratiche?
“Mi aspetto un impatto negativo sui ranking internazionali perché essi si basano in gran parte sulla quantità e qualità di ricerche pubblicate su riviste di prestigio. Inoltre il ministero dell’Università e della ricerca stila una valutazione della qualità della ricerca scientifica, sia per la distribuzione di fondi che per l’avanzamento delle carriere dei professori, affidandosi anche alla pubblicazione in riviste di alto prestigio come quelle che l’ateneo pisano sta cancellando. L’impatto sarà sentito anche dai giovani dottorandi per cui la consultazione dei lavori scientifici è una parte fondante della loro attività”.
Ci saranno anche contraccolpi economici per l’ateneo?
“Si poiché negli ultimi 5 anni l’università di Pisa è parte di progetti che hanno attratto quasi un miliardo di dollari dai programmi di finanziamento europeo. Un dato di successo che è strettamente legato alla capacità di produrre ricerca di qualità. In questi anni l’ateneo ha pubblicato quasi 6000 ricerche. Quasi la metà di queste sono frutto di cooperazione internazionale e il 4% di collaborazione con il settore privato, un segno forte di come l’ateneo sia un veicolo di innovazione sia a livello nazionale che locale. Non a caso quasi 800 brevetti nel mondo citano ricerche dell’ateneo pisano”.