MICHELE BUFALINO
Cronaca

Atleta e studente, una sfida: "La scuola rifiuta il binomio. I prof interrogano dopo le gare"

Lo sfogo del presidente del Club Scherma Pisa Di Ciolo: "Ignorato il programma ministeriale. Meno ignoranza e più apertura mentale. Gli strumenti ci sono ma non vengono applicati". .

Lo sfogo del presidente del Club Scherma Pisa Di Ciolo: "Ignorato il programma ministeriale. Meno ignoranza e più apertura mentale. Gli strumenti ci sono ma non vengono applicati".

Lo sfogo del presidente del Club Scherma Pisa Di Ciolo: "Ignorato il programma ministeriale. Meno ignoranza e più apertura mentale. Gli strumenti ci sono ma non vengono applicati".

Pisa, 16 ottobre 2024 – Uno sfogo sui social fa riemergere il problema di poter conciliare scuola e attività sportiva di livello. Enrico Di Ciolo, presidente del Club Scherma Pisa Di Ciolo, è impegnato a costruire futuri atleti, ma anche "persone per bene", come ci tiene a dire lui stesso.

Sempre più spesso però si scontra con la realtà e le difficoltà di poter far gestire ai suoi ragazzi gli impegni sportivi, al costo di pesanti sacrifici. "Nel 2024 esistono ancora licei che non accettano che tra i loro studenti ci possa essere un atleta, non permettendo che un ragazzo abbia un interesse estraneo al suo curriculum scolastico", ha dichiarato sui social Di Ciolo, scatenando disparate reazioni.

Di Ciolo, che sta succedendo?

"Purtroppo le scuole pisane, ma direi più in generale quelle italiane, spesso non vogliono avvalersi, forse per ignoranza, del programma ministeriale destinato agli ‘studenti atleti di alto livello’ che permette di creare le condizioni per superare le criticità che nascono durante il percorso scolastico, sostenendo e supportando ragazzi e scuole nel loro percorso di vita, sportivo e scolastico".

In che modo?

"Ci sono consigli di classe che persino oggi si rifiutano di inserire ragazzi che disputano gare di Coppa Del Mondo in questo programma, costringendolo a interrogazioni il lunedì dopo essere tornati da trasferte all’estero invece di esonerarli".

Quali sono i disagi?

"Logicamente chi non è in questa condizione difficilmente riesce a praticare sport a certi livelli. Mia figlia ad esempio, danzatrice professionista, a 17 anni ha smesso di andare a scuola perché non le lasciavano conciliare le due cose. Se fai assenze per le gare rischi di avere problemi col curriculum scolastico".

Come fanno i vostri ragazzi?

"Più di una volta, anche tra chi ha vinto medaglie mondiali o olimpiche, c’è chi ha finto a scuola anche la malattia invece di dire la verità, essere a un ritiro con la nazionale, ma non solo".

Perché?

"Ci sono professori che pongono lo stigma dicendo che certi ragazzi ‘vanno in giro invece di studiare, ma i nostri sono degli sportivi e non vanno mica a delinquere, studiano anche materie diverse da quelle del curriculum scolastico. Tra le frasi più assurde che ho sentito dire da professori ‘se è così bravo che ci viene a fare a scuola’?".

Come si risolve il problema?

"Viviamo in un Paese difficile e se il preside o un consiglio si oppongono c’è chi smette o cambia scuola, magari iscrivendosi a istituti privati. Occorrerebbe meno ignoranza e più apertura mentale. Gli strumenti ci sono ma non vengono applicati".