REDAZIONE PISA

"Atti tangibili e memoria condivisa contro il razzismo e le persecuzioni"

La cerimonia del Giorno della Memoria davanti alla Sinangoga e in San Rossore. Il discorso del sindaco

"Atti tangibili e memoria condivisa contro il razzismo e le persecuzioni"

Si svolta ieri la cerimonia del Giorno della Memoria organizzata da Comune di Pisa e Comunità Ebraica, con il sostegno di Anpi e Parco Regionale di San Rossore, per ricordare l’anniversario della firma delle leggi razziali del 1938. La giornata si è aperta con il ritrovo alla Sinagoga di Pisa, la deposizione della corona di alloro alla lapide in via Sant’Andrea, che ricorda il sacrificio di Pardo Roques e dei pisani ebrei e non ebrei uccisi dai nazisti, e la deposizione della corona di alloro al Cimitero monumentale Ebraico. Poi la cerimonia si è spostata a San Rossore, per la deposizione della corona di alloro alla lapide che ricorda la firma delle Leggi Razziali il 5 settembre 1938 a Cascine Vecchie, dove si sono tenuti gli interventi del sindaco Michele Conti, del presidente del Parco Lorenzo Bani, del presidente della Provincia di Pisa Massimiliano Angori e del presidente della Comunità Ebraica di Pisa Maurizio Gabbrielli. "Ogni anno – ha detto il sindaco – , non solo nelle date più significative del nostro particolare calendario civile, fra cui il 5 settembre, rinnoviamo come uomini e come rappresentanti delle istituzioni l’impegno a rafforzare la memoria, che deve arricchirsi di iniziative nuove e diverse, da affiancare a quelle già consolidate e vive nella memoria dei pisani come la commemorazione del terribile eccidio di via Sant’Andrea, dove il capo della comunità israelitica Pardo Roques e altre persone furono barbaramente uccise per mano di soldati tedeschi". Conti ha ricordato li "segni tangibili" lasciati dalla sua amministrazione, la rotonda intitolata ad Anna Frank, la cittadinanza onoraria conferita a Liliana Segre, il melograno piantato nell’area verde intitolata a Raffaello Menasci. E l’ultima azione in ordine di tempo, sancita con delibera di Giunta dello scorso 31 agosto che vede via D’Achiardi, Rettore dell’epoca che si rese protagonista zelante di quella “pulizia” dell’Ateneo di recente emersa dalle pieghe della storia, prendere il nome di “via Giusti tra le Nazioni”, in memoria di coloro che hanno agito in modo eroico per salvare anche un solo ebreo dall’abisso della Shoah. "Una decisione – ha sottolineato Conti – che è un atto di restituzione di dignità e memoria a chi, innocente, venne sopraffatto fino alla morte dal tentativo del nazi-fascismo, per fortuna fallito, della cancellazione del ricordo suo, della sua famiglia e dell’intero popolo ebraico. Un atto di riparazione nei suoi confronti e un altro passo verso quella memoria condivisa di questi fatti che abbiamo il dovere di far conoscere ai cittadini del domani, perché abbiano piena consapevolezza di “quello che è stato”".