Leonardo
Ulivieri*
Iil nostro Consiglio comunale è stato costretto ad approvare un aumento dell’8.6% delle tariffe Tari. Un aumento compensato in parte da stanziamenti dalle casse comunali ma che è comunque un ulteriore aggravio per le famiglie, già provate dai rincari post pandemia del prezzo dell’energia e non solo. Ma non potevamo fare altrimenti. Non approvare il Pef è impossibile, si rischierebbe di mettere in crisi il bilancio comunale o di veder sospeso il servizio di raccolta. Sindaco e Giunta hanno fatto l’impossibile per ampliare le agevolazioni, aggiungendo a quelle già previste dal regolamento per le fasce più deboli e le famiglie con disabili, ulteriori 500 mila euro per famiglie e imprese. Ma è un cane che si morde la coda. Oltre a passare l’idea generale che sia il Comune (che emette le bollette e recupera i crediti) ad aumentare le tariffe si rischia che sempre più famiglie in difficoltà non paghino le tasse nemmeno con le agevolazioni previste. E mancheranno sempre più soldi: come faremo, allora, visto che già adesso gli aumenti sono i massimi possibili previsti dalla legge? Molte amministrazioni comunali hanno chiesto a Retiambiente e ai loro amministratori delle spiegazioni. Perché questi aumenti? Perché non è possibile fermare questa tendenza? Perché la gestione dei rifiuti, evidentemente, non funziona? Domande rimaste senza risposta. Piani economici finanziari inviati per l’approvazione a poche ore dalla scadenza, senza dare la possibilità di replica o di correzioni. È un monopolio. I comuni e la politica dovrebbero far rete per scardinarlo, per cambiare le norme che ci hanno portato qui, per accelerare davvero le opere di gestione circolare dei rifiuti. E farlo ora, non dopo che gli aumenti portino le bollette a cifre insostenibili. Altrimenti ogni comune dovrà pensare per sé.
* segretario Unione comunale del Pd a San Giuliano