FRANCESCO PALETTI
Cronaca

Avere 18 anni oggi. Il Covid ti guasta la festa

Chiara, fra poco maggiorenne, non potrà condividere il traguardo coi suoi amici: "Dal sogno ‘Zingarata’ ad un party sempre più... ristretto"

di Francesco Paletti

Una zingarata dal tramonto all’alba. Con gli amici di sempre e con quelli incontrati "strada facendo" in quel percorso che dall’infanzia conduce all’adolescenza e da lì alla vita adulta. "Magari a Firenze o a Bologna" dice Chiara Merlitti, pisana di San Giuliano Terme, 18 anni da compiere il 31 ottobre e una festa da piegare e adattare alle necessità del distanziamento imposte dalla pandemia. Perché il "piano A", la zingarata appunto, non è mai potuto uscire dal cassetto dei desideri. E anche l’ipotesi B dovrà essere parecchio rimaneggiata: "L’idea era quella festeggiare a casa con un po’ di amici: cenare insieme e tirare tardi facendo due chiacchiere e qualche risata. Una decina di persone al massimo". Troppi per il Dpcm varato all’inizio della settimana dal Governo che "raccomanda fortemente di evitare feste e di ricevere persone non conviventi in numero non superiore a sei".

Così anche l’organizzazione del 18esimo diventa un esercizio di diplomazia, quasi imponendo lo spiacevole obbligo di selezionare, stabilendo di fatto una gerarchia fra gli amici del cuore: "Dovrò necessariamente ridurre ulteriomente il numero dei partecipanti e un briciolo d’imbarazzo c’è considerato soprattutto che avevo già fatto gli inviti e ora dovrò escludere qualcuno, cosa per niente simpatica" sorride Chiara. Che, beninteso, non ne fa un dramma: "E’ uno dei prezzi da pagare al periodo che stiamo vivendo, probabilmente nemmeno il più salato – dice – Però è sicuramente una seccatura". Quei rituali moderni che hanno costituito tappe di avvicinamento alla vita adulta simboliche ma spesso indimenticabili di generazioni di ragazzi, quest’anno non ci saranno, sacrificate di necessità sull’altare della lotta al Coronavirus. Il diciottesimo, la festa per antonomasia dagli anni ‘70 in poi, che talvolta comincia ad essere progettata anche un anno prima.

Ma anche "la gita di quinta", quella che quasi ogni adulto di oggi ricorda con un sorriso per quell’amore nato proprio in quei giorni lontano da casa o per quella "bischerata" assolutamente da non raccontare ai figli ma diventata cemento di amicizie indistruttibili. "Purtroppo non la faremo: ce lo hanno detto subito" racconta Chiara, ultimo anno al Liceo Classico "Galilei".

Non certo una doccia fredda, "ci era già stato un po’ anticipato nei mesi scorsi e comunque lo avevamo messo in conto: ma un po’ dispiace". Salterà sicuramente anche il concerto della scuola, quello con i gruppi giovanili invitati a suonare nel cortile alle spalle del liceo di via Croce, e anche i "Giorni Classici", con gli studenti che scelgono un tema attinente gli studi fatti e lo rappresentano mettendolo in scena. Si può sopravvivere senza tutto questo? Assolutamente si. Però un punto c’è: "La scuola – conclude Chiara - non è solo un insieme di nozioni da apprendere, ma è anche un luogo vivo, in cui si cresce insieme, costruendo amicizie e relazioni. E quest’anno tutto questo a noi manca parecchio".