
Un ufficio dove rinnovare la carta di identità (foto di archivio)
Pisa, 30 marzo 2023 – "Ci vuole meno tempo a prenotare una Tac che a rinnovare la carta d’identità". Pare di essere tornati in pieno regime pandemico. Così è, se un cittadino deve rinnovare la carta d’identità all’anagrafe del nostro Comune. Ci vogliono ben due mesi e mezzo per l’agognato rinnovo e "giornate perse dietro un numero di telefono per fissare l’appuntamento con gli uffici". Lo denuncia a La Nazione un anziano residente che è rimasto incredulo quando, la voce telefonica gli ha comunicato il giorno dell’appuntamento e cioè il 15 giugno. "Ho fatto presente che la carta d’identità mi sarebbe scaduta da lì a 15 giorni, e come tutta risposta ho avuto quella che bastava che avessi la patente in corso di validità. Per cui, ne deduco, che secondo l’ufficio anagrafe posso anche non rifare la carta d’identità visto e considerato che per più di due mesi posso usare la patente. Ci risparmio anche 22 euro".
Sempre lo stesso lettore de La Nazione aggiunge: "Ho perso due o tre mattinate dietro un numero telefonico che era sempre occupato, e mi ritrovo comunque ad aspettare più tempo per un rinnovo della carta di identità che per una Tac all’ospedale". In contemporanea alla segnalazione pervenutaci, c’è poi il lungo post messo su Facebook dal consigliere del Pd, l’architetto Marco Biondi, che solleva anche un altro problema e cioè che manca, sempre all’anagrafe, il Pos quindi i 22 euro si pagano con moneta sonante.
Biondi denuncia: "Due mesi e mezzo per la carta d’identità, è inaccettabile. La carta d’identità può essere fatta solo previo appuntamento, che può essere preso al telefono solo per due ore al giorno dalle 8.30 alle 10.30 e tramite portale online. Mi sembra evidente che per molte persone e soprattutto per le persone anziane non sia agevole poter prendere un appuntamento e al contempo non è ragionevole avere tempi di attesa di due mesi e mezzo, quando per fare una carta d’identità ci vogliono cinque minuti. La carta d’identità non dovrebbe essere negata a nessun cittadino che si presenta all’anagrafe senza appuntamento".
"Altra criticità è la modalità di pagamento del servizio - prosegue Biondi - come è possibile che nel 2023 non si possa pagare con il POS ma si debba pagare esclusivamente in contanti?". Strano pensare che si "obligi" i commercianti ad avere il Pos e poi l’amministrazione si "auto esoneri" dall’averlo. "Altri Comuni limitrofi – continua il consigliere - hanno la possibilità dei pagamenti elettronici, come è giusto che sia visto che un utente su due al momento del pagamento chiede di poterlo fare elettronico. Infine non capisco perché gli sportelli non vengono dotati di piccole fotocamere, che hanno prezzi irrisori di pochi euro, per poter scattare le foto necessarie per i documenti, senza dover costringere gli utenti ad andarle a fare altrove".