Aviaria, il virologo Pistello: "Fare più test"

L'Ecdc lancia un invito alla precauzione per il rischio aviaria a causa dell'epidemia di virus H5N1 negli USA. Il professor Pistello sottolinea l'importanza di test tempestivi per individuare casi sospetti.

Aviaria, il virologo Pistello: "Fare più test"

Aviaria, il virologo Pistello: "Fare più test"

Il Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattia (Ecdc) ha lanciato un invito alla precauzione per rischio aviaria. Negli Stati Uniti, infatti, è attualmente in corso un’epidemia di virus H5N1 ad alta patogenicità - Hpai A(H5N1) - che sta colpendo soprattutto i bovini da latte ed è arrivata a infettare anche quattro persone. Sebbene non si registrino casi a livello europeo, la nuova direttrice dell’Ecdc Pamela Rendi-Wagner precisa che "C’è motivo di aumentare la consapevolezza, ma non di aumentare la preoccupazione". Il centro europeo "resta infatti impegnato a sostenere le azioni intraprese dalle autorità nazionali negli Stati membri dell’Ue. Questa minaccia per la salute umana – ammonisce – non dovrebbe essere sottovalutata ed è importante rimanere vigili e proattivi nella nostra collaborazione congiunta".

Un invito accolto anche dal professor Mauro Pistello, direttore dell’Unità di virologia dell’Azienda ospedaliera universitaria di Pisa e vicepresidente della Società italiana di microbiologia, che all’Adnkronos ha spiegato quanto "è importante che ci si attrezzi dal punto di vista diagnostico", aggiungendo che la situazione è ancora poco chiara, visto che "rispetto al virus H5N1 siamo ancora in una fase interlocutoria", circostanza che rende ancora più importante un controllo tempestivo dei casi sospetti.

"Vanno fatti i test perché dobbiamo identificare casi sospetti - spiega Pistello - che hanno particolari dati anamnestici e che non vengono rilevati con i normali test. Su questo fronte ci sono dispositivi antigenici e molecolari molto sensibili, quindi siamo ben attrezzati, ma non tutti gli ospedali si possono permettere di tenere scorte di reagenti per anni quando al massimo vedono 1-2 casi". La soluzione per il direttore dell’unità di virologia è chiara: "Occorre identificare i centri di riferimento dove mandare i tamponi sospetti per avere un risultato certo e veloce. Come abbiamo fatto durante la pandemia Covid".

Il consiglio di Pistello è dunque quello di "Fare più test per l’influenza aviaria, così da intercettare eventuali casi umani". "Abbiamo capito che i virus respiratori, compresa l’aviaria, non hanno più una stagionalità ferrea - prosegue il direttore -. Da qui il monito dell’Ecdc, perché i focolai di H5N1 negli allevamenti bovini preoccupano essendo un animale molto vicino all’uomo e potrebbe essere una porta d’ingresso del virus verso l’uomo con numeri più grandi rispetto ai pochi registrati oggi".

Mario Ferrari