REDAZIONE PISA

Avvocati di Seung offesi "Diritto a equo processo e alla difesa inviolabile"

La lettera della Camera penale di Pisa e dei professionisti "Minacciati" . Solidarietà ai colleghi che tutelano il 35enne accusato dell’omicidio. .

Avvocati di Seung offesi "Diritto a equo processo e alla difesa inviolabile"

Una "canea indecente e becera" che si è sviluppata sui social e sui post dei giornali online. Le Camere penali di Pisa e Lucca e gli avvocati minacciati intervengono sulle minacce agli avvocati della difesa di Seung, il 35enne accusato di aver ucciso Barbara Capovani. "Prima ancora di essere ingiustificata – scrivono gli avvocati Marco Treggi e Serena Caputo, Flaviano Dal Lago e Paolo Oliva, ma anche Ezio Menzione degli Avvocati Minacciati – è in antitesi con la necessità di tutelare i diritti fondamentali dell’individuo e di intendere il processo penale". "Attoniti di fronte alla tragedia della psichiatra barbaramente uccisa a Pisa da un suo paziente". Avvocati "vulnerabili come i medici nella difficile professione che svolgiamo". "Colpisce come notizie del genere scatenino il solito refrain per cui l’avvocato è identificato con il proprio assistito e con il delitto del proprio assistito, solo per aver accettato di difenderlo; complice, colpevole o truffaldino perché certamente grazie a qualche sotterfugio da “azzeccagarbugli” consentirà all’accusato di farla franca". "Come se la difesa dell’individuo fosse un’onta per il professionista, un orpello per l’assistito, un di più, anzi, peggio, un diritto che si concede o si nega a seconda delle circostanze o dell’umore popolare", aggiungono. "La difesa è un diritto inviolabile, innegabile e deve essere garantito a tutti, secondo il nostro ordinamento, le nostre leggi, lo Stato di diritto, la nostra società civile". L’imputabilità. "Certo, per le nostre leggi, scritte non dagli avvocati, il colpevole del delitto potrebbe non fare nemmeno un giorno di carcere se riconosciuto - da un giudice, a seguito di un accertamento medico specialistico e non certo perché frutto di un artificio difensivo – totalmente incapace di intendere e di volere al momento del fatto: ma non per questo se la sarebbe “cavata”, perché subirebbe comunque, alle condizioni previste dal codice penale, la restrizione della propria libertà. E’ la legge che lo prevede perché l’infermo di mente, se ritenuto pericoloso, deve essere internato e curato, non sottoposto a detenzione ordinaria, che sarebbe una sanzione inutile e dannosa per lui, per gli altri che si troverebbero a suo contatto in carcere e per la società". Un altro punto: "Anche il peggior criminale ha diritto ad un equo processo ed un processo non è equo senza che sia garantito il diritto di difesa e la difesa tecnica è un dovere per gli avvocati". "Un principio basilare che discende dalla nostra Costituzione e dai Trattati che tutelano i Diritti Umani: la difesa cui ognuno ha diritto non può essere preclusa e non può essere esercitata che da un avvocato. Punto".